Lettere al Direttore Il Foglio 16.3.2016
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Cdp e Meloni. Wow, il Pd renziano resta senza fondatori. Ormai certa della sua candidatura a sindaco, si dice che Valeria Valente abbia dedicato ad Antonio Bassolino i versi della celeberrima canzone di Peppino Fiorelli
1-Al direttore - Ogni bambino dovrebbe avere il diritto di scegliere se avere una mamma o un sindaco di Roma.
Jori Diego Cherubini
2-Al direttore - Ritorna, come informa il Foglio, l’ipotesi di un intervento della Cdp per un progetto di aggregazione – controllo con il Montepaschi, magari in compartecipazione con Intesa-Sanpaolo. Prima che di questa ipotesi si entri nel merito, con il rischio poi di compiere dei “dietrofront” e danneggiare proprio il Monte impegnato in una risalita dopo un intenso risanamento, occorre, innanzitutto, una buona volta definire compiutamente la missione della Cdp che non può essere un Jolly tuttofare; poi valutare la coerenza dell’intervento con l’assetto istituzionale e normativo della Cassa; infine, considerare la conformità agli impegni assunti con le Fondazioni, partecipanti di minoranza, ma essenziali per il mantenimento dell’Istituto fuori dal perimetro del debito pubblico; quindi va verificata l’adeguatezza patrimoniale della Cassa in questione. Che questa , in conseguenza di una tale operazione, venga eventualmente sottoposta alla piena Vigilanza quale azionista di riferimento sarebbe, però,l’ultima preoccupazione che bisognerebbe nutrire, dal momento che essa già oggi, considerata intermediario finanziario non bancario e assoggettata a una limitata Vigilanza, fruisce così di una qualifica inferiore a quella di vera e propria banca qual è in sostanza, come spesso si è avuto modo di dimostrare. I problemi vanno affrontati, ma non può esistere un soggetto che, all’occorrenza, viene chiamato in ballo per risolvere ogni possibile problema (spesso senza seguito), come si faceva nella seconda vita dell’Iri.
Angelo De Mattia
3-Al direttore - Ormai certa della sua candidatura a sindaco, si dice che Valeria Valente abbia dedicato ad Antonio Bassolino i versi della celeberrima canzone di Peppino Fiorelli: “Basta ca ce sta ’o sole, / ca c’è rimasto ’o mare, / ’na nenna core a core, / ’na canzone pe’ canta’: / chi ha avuto, ha avuto, ha avuto / chi ha dato, ha dato, ha dato / scurdammoce ’o passato / simmo ’e Napule, paisa’”. Si dice anche che Bassolino l’abbia ringraziata con la promessa di farle ballare la tarantella in campagna elettorale.
Michele Magno
Con Bassolino che si allontana dal Pd, aumentano i fondatori del Pd che si allontanano dal Pd. Nel 2007 erano 45. Di quei 45 oggi circa la metà si sente lontana dal Pd. Meno Ulivo, più Pd. Tutto sommato, non è una cattiva notizia per Renzi.
4-Al direttore - In merito all’articolo “Il Valzer delle cornette” a firma di Stefano Cingolani, desideriamo fare alcune precisazioni. Non è vero che l’ingegner De Benedetti, nella sua allora veste di consigliere di Pirelli, votò a sfavore dell’acquisizione di Telecom. Dai verbali dei consigli di allora, di cui si dà conto nel libro “Pirelli. Innovazione e Passione (1872-2015)” di Carlo Bellavite Pellegrini, emerge che l’ingegner De Benedetti votò a favore dell’operazione Telecom, dichiarando inoltre di “condividere completamente la scelta strategica insita nell’operazione Telecom, essendo così entrati in un settore molto importante sotto il profilo della generazione di cassa”. L’ingegner De Benedetti, inoltre, rimase nel consiglio Pirelli fino a maggio 2006. Come ricorda l’articolo, la sfida di Telecom – cosa oggi evidente a tutti e riconosciuta dagli stessi che la osteggiavano – non poteva prescindere dal rafforzamento dei servizi e le alleanze a sostegno di un percorso di “convergenza” tra fisso, mobile e contenuti. Per questo, tra il 2001 e il 2005, Telecom dedicò oltre il 17 per cento del fatturato agli investimenti, fra i più elevati del comparto, cosa che le consentì, tra l’altro, di passare da 390 mila linee in banda larga del 2001 ai 6,7 milioni di fine 2006, contribuendo in modo determinante a far sì che nel 2006 la relazione annuale dell’Agcom riconoscesse che “nel comparto delle tlc l’Italia viene indicata in sede europea come un Paese di eccellenza nella promozione di servizi a innovativo contenuto tecnologico”. Un gruppo, quindi, la cui operatività fu tutt’altro che “impiombata” e a cui fu la politica a impedire quell’ulteriore crescita attraverso alleanze – perseguite prima con News Corp. e Telefonica e poi con At&t e America Movil – che gli avrebbero consentito di giocare un ruolo determinante nello scenario internazionale delle Tlc.
Ufficio Stampa Pirelli
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