Caso ex Zanussi, il sindaco: “Tuteliamo l’interesse pubblico. Anche avvocati al tavolo di lavoro”
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Dopo le dichiarazioni dell’azienda Grigolin , il sindaco Fabio Chies ha tracciato i contorni della questione.
Arianna Ceschin 6 Agosto 2024, qdpn.it lettura2’
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L’azienda, infatti, all’interno di una nota ha fatto sapere che, alla luce delle “modifiche proposte dall’amministrazione comunale”, risulterebbe impossibile “stabilire ad oggi le tempistiche di realizzazione dell’importante opera di recupero”.
Grigolin ha inoltre riferito che le “nuove modifiche e richieste pervenute dall’amministrazione comunale sono oggetto di valutazione da parte dell’azienda, in quanto comportano una significativa variazione di quanto inizialmente previsto“.
Una questione che riguarda le “opere di demolizione, bonifica e urbanizzazione”. Nonostante ciò, l’azienda ha assicurato la propria volontà “a continuare il dialogo e il confronto costruttivo con l’amministrazione comunale e gli organi competenti”.
“Sono contento di leggere che hanno fretta di confermare l’inizio dei lavori – le parole del sindaco Fabio Chies -. Abbiamo comunque indicato loro l’unico percorso urbanistico da seguire. Una parte dell’area è pubblica, quindi dobbiamo essere garanti del rispetto delle regole“.
“Il progetto non deve essere snaturato rispetto al resto della città, quindi da parte nostra ci deve essere la tutela del rispetto delle regole e dell’interesse pubblico – ha aggiunto -. Deve essere tutto lineare e il meno soggettivo possibile“.
Il primo cittadino ha quindi riferito che, all’interno di questo tavolo di confronto, è stata richiesta anche la presenza di alcuni legali. “Abbiamo deciso di avere degli avvocati ai tavoli di lavoro – ha aggiunto Chies -. L’opera dovrà tenere conto del contesto, trattandosi di una zona sensibile della città, vicino alla stazione dei treni. L’intervento deve essere rilevante anche sul fronte dell’interesse pubblico e, di conseguenza, deve esserci un accordo pubblico-privato. Sono comunque contento, lo ribadisco, di vedere che hanno fretta di iniziare i lavori”.
Sulla questione si è espressa anche Francesca Di Gaspero (Noi democratici, minoranza consiliare) la quale, in una nota, ha delineato il proprio punto di vista sull’intera faccenda.
“La nota della proprietà è estremamente fumosa nel descrivere il processo in corso e gli obiettivi reali (cioè quantificabili) dell’operazione che hanno progettato. Questo ennesimo impasse non fa altro che confermare l’incapacità di questa amministrazione di gestire i processi di trasformazione della città, in un’ottica di beneficio pubblico – ha scritto -. Si capisce solo che i tempi si allungano, a causa delle richieste dell’amministrazione: siamo ostaggio degli interessi (legittimi) di un privato”.
“L’amministrazione non sta rispettando la legge regionale 11 del 2004, che prevede per gli accordi pubblico-privato le medesime forme di pubblicità e partecipazione dello strumento urbanistico. Per non sbagliare, la nostra giunta ha tenuto all’oscuro i cittadini sia sul piano che sugli accordi – ha aggiunto -. In tutto questo noi consiglieri, oltre a non essere stati resi partecipi di queste richieste, dobbiamo subire l’umiliazione dei tavoli di lavoro: dopo aver approvato all’unanimità di avviarli entro il 2023, non sono mai partiti, nonostante le rassicurazioni della giunta Chies”.
“Faccio appello al senso civico della proprietà, chiedendo che provvedano loro ad avviare un processo partecipativo che, se ben realizzato, può garantire il successo di un progetto così delicato e complesso” ha concluso.