Marzano non è ridotta al samizdat
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Petulante polemica sulla democrazia. Invece, negli Usa di Obama…
di Maurizio Crippa | 11 Novembre 2015 ore 19:42 Foglio
Se una faccenda viene rubricata dal web come “caso nazionale” a motivo di allarmati interventi di Gad Lerner o Alessandro Gassmann, si può star tranquilli che il caso nazionale non c’è. C’è al massimo un caso un po’ bislacco, forse mal posto e senz’altro peggio risolto. Ma che “a Padova si è ufficialmente interrotta la democrazia” (Gassmann), è un po’ grossa. Succede che Michela Marzano, “filosofa, giornalista e parlamentare del Pd”, voleva presentare il suo libro “Papà, mamma e gender” nella Sala Paladin di Palazzo Moroni, la sede del comune. La sala è stata negata, secondo il gabinetto del sindaco Massimo Bitonci in base a una mozione (5 ottobre 2105) del Consiglio comunale che “ha riconosciuto la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna come un’istituzione naturale” e ha giudicato la presentazione in un luogo pubblico “in antitesi con l’indirizzo programmatico dell’amministrazione su tale tematica”.
Cose che capitano, in democrazia. E si può essere d’accordo o no. Per Lerner, che chissà dov’era quando cacciarono Ratzinger dalla Sapienza, “l’Università di Padova dovrebbe insorgere contro un sindaco becero come Bitonci che chiude la città a Michela Marzano”. Addirittura. Il libro della filosofa non è stato bruciato, lo presenterà altrove. Né risulta che l’autrice sia ridotta al samizdat. Intanto nell’America così attenta ai diritti di parola di tutti, il signor Kevin Cochran, non filosofo, afroamericano e membro del governo di Obama, è stato cacciato dal suo posto perché in un suo libro ha parlato dell’omosessualità come perversione. Non gli hanno negato la Library of Congress, no. Lo hanno licenziato. Se vedete un tweet di Lerner o Gassmann, avvisateci.
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