Gli insulti di Carlo De Benedetti a politici e manager:

 "Grillo un fascistello, Agnelli un incapace, D'Alema un problema umano"

lIbero 23.9.2015

Il motto dell'ing. Carlo De Benedetti è sempre più fate come dico io, ma non fate come faccio io. È ancora fresca l'assoluzione per Marco Tronchetti Provera che aveva sostenuto come l'Ingegnere fosse coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano. De Benedetti si era ritenuto diffamato, ma in secondo grado il Tribunale di Milano non gli ha dato ragione. All'insulto mister Tessera Pd n.1 risponde con la querela, ma basta rileggere le esternazioni collezionate in carriera per riscoprirlo gran battutista al limite dell'insulto, ma sugli altri.

Le vittime - L'elenco degli obiettivi colpiti dall'Ingegnere è corposo, come riporta Il Giornale, e spazia dalla politica all'economia con grande disinvoltura. Al Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani, in provincia di Cuneo, il 2 maggio 2014 Gianni Minoli aveva chiesto a De Benedetti un giudizio su Beppe Grillo: "Con Grillo abbiamo perso un comico e acquistato un fascistello populista. Batterà Berlusconi, ma è difficile dire cosa sia meglio tra due cose negative". E fin qui siamo quasi a uno stile da analista politico. Su Corrado Passera giù veleni alla presentazione del libro Canfiteor di Massimo Mucchetti, lo scorso 4 dicembre 2014: "È stato un eccellente assistente: ho fatto io il recruiting quando fu bocciato dalla McKinsey per diventare partner ed era di cattivo umore". Devastante su Massimo D'Alema: "Un problema umano" aveva detto da Londra affibiando all'ex ministro degli Esteri la responsabilità di: "ammazzare il Pd". Non che fosse andata meglio all'amico Pierluigi Bersani: "io lo stimo tantissimo: è stato un eccellente ministro e di lui come persona e uomo di governo posso soltanto dir bene. Ma come leader? Suvvia, è totalmente inadeguato. Lui e D'Alema - aveva aggiungo l'Ingegnere - stanno ammazzando il Pd".

Colleghi coltelli - Quando passa ai manager e agli imprenditori, non ce n'è per nessuno: "Colaninno? Poveraccio", poi su Gianni Agnelli: "L'avvocato Agnelli era uno straordinario ambasciatore del Paese, ma un pessimo imprenditore, lo sapeva anche lui", peggio va all'erede John Elkann: "Il voto di nipote". E rimanendo in Fiat, a proposito di Cesare Romiti: "A lui darei zero, aveva fatto precipitare la Fiat in un burrone...". Il giudizio sugli ex colleghi Cesare Geronzi e Giovanni Bazoli (Mix24 su Radio24 il 5 maggio 2014) non è più morbido dei precedenti casi: "Né Geronzi né Bazoli sono mai stati dei banchieri... Sono dei power broker... Geronzi perlomeno ha fatto il direttore di banca mentre Bazoli si è trovato al Banco Ambrosiano grazie ad Andreatta ma non sa neanche cosa sia una banca". E per non farsi mancare niente, la staffilata sul Vaticano: "Il Papa è uno dei più grandi politici che esistono oggi sulla Terra. Mi piace molto perché vuole cercare di scardinare quella fogna che è il Vaticano".

Categoria Italia

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