Il mondo è cambiato, il sindacato italiano no
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Che mestiere deve fare il sindacato? «Sindacare» gli interessi dei lavoratori rispetto a (o contro) quelli dei padroni
di Sergio Luciano Italia Oggi 23.9.2015
Che mestiere deve fare il sindacato? «Sindacare» gli interessi dei lavoratori rispetto a (o contro) quelli dei padroni. E mai come in questi tempi ce n'è bisogno... In nome della globalizzazione, la tendenza di alcune imprese è quella di pretendere un rapporto tra la produttività e il costo del lavoro che regga la concorrenza dei paesi che praticano il «social dumping». Missione impossibile. Da contrastare sindacalmente.
Ma per confrontarsi con un ceto imprenditoriale che a volte, appunto, strapretende ma che d'altronde, a sua volta, deve fronteggiare sfide molto più dure di una volta proprio a causa della globalizzazione, il sindacato non può rimasticare il vecchio gergo e riutilizzare sempre i vecchi strumenti, pena la sostanziale scomparsa cui stiamo assistendo in Italia.
Dal Jobs act al caso Ilva, dal contratto Fiat alla riforma della pubblica amministrazione, dallo scandalo di Pompei quest'estate e del Colosseo l'altro giorno, dagli esodati ai conati di riforma pensionistica fino alla riforma delle Popolari, Cgil, Cisl e Uil non hanno letteralmente toccato palla. E sia pur con qualche sarcasmo di troppo, Renzi ha avuto ragione a ignorarli.
Eppure un modello c'è, una strada nuova esiste: a capirlo! L'ha capito, per esempio, l'United auto workers union, in sigla Uwa, la federazione dei lavoratori metalmeccanici dell'auto americani, negoziando con la Fca di Marchionne un ottimo accordo sindacale che porta più quattrini agli operai in caso di maggiori utili per l'azienda. Possedendo il 9% della General Motors, l'Uaw si è inoltre posta agli occhi del capo di Fca, Sergio Marchionne, come un interlocutore-chiave per il conseguimento di quell'alleanza Fca-Gm cui il manager punta. Capito? L'Uaw negozia incrementi salariali per i suoi, ma a fronte di incrementi di utili, e usa le sue quote in Gm per essere più potente con Marchionne. Bene! E in Italia?
Solo vecchi e fumosi proclami. Opacità sugli iscritti e (Barbagallo) sugli stipendi dei leader. Un'inadeguatezza che finisce col far scomparire anche le buone ragioni che perfino i protestanti del Colosseo avevano, visto che da mesi attendevano il pagamento di cospicui arretrati. È la differenza tra un sindacato al passo con i tempi e un sindacato ottocentesco.