Riforma del Senato, il giallo sul testo modificato: "C'è l'ha imposto il Servizio Studi"
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Il voto sull'articolo 2 della riforma del Senato non è ancora sicuro:
Libero 1.9.2015
il presidente Pietro Grasso ha infatti comunicato di non aver ancora deciso se accettare sulla emendabilità del punto-cardine della riforma, quello che prevede l'ineleggibilità dei senatori, come invece filtrava ieri da alcune fonti. Matteo Renzi respira, per ora, sperando che l'articolo resti blindato in modo da evitare imboscate e spaccature dentro al Pd. Tuttavia, resta l'inquietante sensazione di essere accerchiato in Parlamento e, soprattutto, di non potersi fidare di tutti dentro governo e ministeri. Sì, perché il pasticcio sul testo di quell'articolo 2 resta ed è gravissimo: chi ha modificato il passaggio rischiando ora di doverlo fare rivotare a Palazzo Madama?
La manina dei tecnici - Il testo originale, approvato in prima lettura al Senato, recitava così: "La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali nei quali sono stati eletti". In quello approvato alla Camera, invece, il "nei quali" diventa "dai quali". Svista, leggerezza o, come spesso accusa Renzi quando ha a che fare con la burocrazia dei ministeri, c'è una "manina" che sta provando a sabotare la riforma? Secondo Luciano Pizzetti, sottosegretario alle Riforme, la strada giusta è quest'ultima: "È una modifica fatta intenzionalmente - spiega al Corriere della Sera -. È stato usato come un cavallo di Troia per cambiare le riforme". Un dettaglio in più lo ha fornito il dem Emanuele Fiano, relatore: "Fu una richiesta dell Servizio Studi. Una correzione che risolveva un margine di ambiguità. Non potevamo dire di no". Cavilli tecnici che, secondo molti dentro il Pd, nascondono un problema politico: l'opposizione a Renzi si sta facendo strada in tutti i settori dello Stato
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