Derive. Un’America mai così pericolosa per un’Europa mai così debole
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Trump ha annunciato la nomina a capo dell’Fbi di Kash Patel, molto amato dal movimento Maga per il suo dichiarato intento di utilizzare le forze dell’ordine
3.12.2024 Francesco Cundari , linkiesta.it lettura2’
per perseguitare gli avversari politici. Secondo John Bolton, il neo presidente lo ha scelto «per fargli fare il suo personale Lavrenty Beria», scrive Francesco Cundari nella newsletter “La Linea”. Arriva tutte le mattine dal lunedì al venerdì più o meno alle sette
Mentre i principali governi europei traballano, come in Francia, o sono già al tappeto, come in Germania, e la crisi dell’auto contribuisce a preparare il terreno per un’ulteriore radicalizzazione dello scontro, a tutto vantaggio delle forze populiste e di estrema destra, le notizie provenienti dagli Stati Uniti appaiono, se possibile, ancora meno rassicuranti. Per l’Europa e più in generale per i pochi sostenitori rimasti della democrazia e dello stato di diritto. Da un lato infatti Donald Trump ha annunciato la nomina a capo dell’Fbi di Kash Patel, un signore molto amato dalla base del movimento Maga (Make America Great Again) per il suo dichiarato intento di utilizzare le forze dell’ordine allo scopo di perseguitare gli avversari politici («colpiremo le persone che hanno aiutato Biden a truccare le elezioni presidenziali»); dall’altro lato Joe Biden, pur avendo detto più volte in passato che non lo avrebbe fatto, ha concesso al figlio Hunter una grazia presidenziale che equivale a una sorta di immunità per qualunque cosa abbia fatto dal 2014 a oggi.
Il nesso tra le due cose è evidente. Del resto, come ricorda Christian Rocca nel suo editoriale, il figlio di Biden è stato già, per anni, perseguitato «per provare una cosa impossibile da provare, perché falsa ed escogitata dai servizi segreti russi prima di diventare un mantra trumpiano», ovvero il suo ruolo «in un fantomatico piano ucraino, con stravaganti derivazioni italiane, per etichettare Trump come un burattino al servizio di Mosca». Figuriamoci cosa lo aspettava adesso, dopo la nomina che John Bolton, ex consigliere alla sicurezza nazionale dello stesso Trump, ha così spiegato: «Trump ha scelto Kash Patel per fargli fare il suo personale Lavrenty Beria». Sta di fatto che la grazia concessa da Biden a suo figlio è obiettivamente una manna per il presidente eletto, da tempo dichiaratamente intenzionato a graziare i condannati per l’assalto al congresso del 6 gennaio 2021. Tutto questo rischia però di farci perdere di vista il punto decisivo della questione, che resta il fatto che in galera, per quel tentativo di colpo di stato, non ci stia già Trump.
Per carità, sarò strano io, ma a mio modo di vedere un presidente che rifiuta di riconoscere la propria sconfitta elettorale e istiga i suoi sostenitori ad assaltare il congresso per impedire fisicamente la certificazione del risultato, un assalto che ha fatto cinque morti, il giorno dopo dovrebbe stare in galera. Si può discutere se il fatto che ciò non sia accaduto sia più colpa della politica o dei giudici, del sistema giudiziario o dell’ordinamento costituzionale; quello che mi pare indiscutibile, in ogni caso, è che sia un fallimento della democrazia. E il fatto che una simile affermazione oggi, anche in Italia, possa apparire addirittura controversa, la dice lunga su dove siamo arrivati.