Maurizio il "rosso". Dilemma Landini, politico o sindacalista: la guerra alla Cisl e lo sciopero con il campo largo per dimenticare la sconfitta in Liguria
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Cgil e Uil proclamano lo stop di 8 ore per il 29 novembre. Il solito Maurizio presta il fianco al Pd. La Cisl si smarca: “Non faccia da traino all’opposizione”
Aldo Rosati 31 Ottobre 2024 alle 13:34 ilriformista.it lettura3’
La foto sembra uscire da un album in bianco e nero, altri tempi si dirà. Eppure l’abbraccio in Piazza del Popolo, il 19 ottobre, tra Maurizio Landini ed Elly Schlein riporta in auge formule politiche del secolo scorso. Come “cinghia di trasmissione”, l’imperativo che il “migliore” voleva imporre a Giuseppe Di Vittorio che – a onor del vero – era un po’ riluttante.
Allora almeno il collateralismo era definito, guidava Botteghe Oscure e Corso Italia doveva assicurare la “cinghia”. Decenni dopo la segretaria del Pd e il numero uno della Cgil vanno d’amore e d’accordo, sono praticamente intercambiabili, tra referendum abrogativi e chiamate alle “armi”.
Tanto da annunciare insieme, durante la manifestazione della funzione pubblica, lo sciopero generale. Talmente avvinghiati che non è chiaro chi sia il “follower” dell’altro. Insomma, decide lui o è lei a imporsi?
Landini politico o uomo di partito?
La decisione, anticipata in Piazza del Popolo, è stata ratificata ieri nel corso di una conferenza stampa dai segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri: stop per 8 ore, con manifestazioni territoriali, per la giornata di venerdì 29 novembre.
Una coincidenza quella foto e la lunga triangolazione tra la segretaria del Pd e la Cgil, che è tornata in mente al segretario della Cisl, Luigi Sbarra, che infatti commenta: “A Maurizio Landini, che si è permesso di offendere la Cisl, consigliamo vivamente di rivestire i panni del sindacalista e di smetterla di fare da traino a un’opposizione politica che non ha davvero bisogno di collateralismi”. Un rapporto di dominazione-dipendenza che è saltato agli occhi anche alla deputata di Forza Italia Isabella De Monte: “Maurizio Landini è sempre meno sindacalista, e sempre più uomo di partito”.
Landini e le accuse alla Cisl
Tra gli altri reperti storici riportati a nuova vita da Maurizio il “rosso” c’è anche la divisione sindacale per motivi “ideologici”, con l’accusa rituale alla Cisl di non sottostare ai diktat politici della sinistra. “La Cisl ha dichiarato che la manovra va bene. O ho letto male?”, ha provocato il segretario della Cgil. Un vecchio trucco del mestiere, affibbiare ad altri ciò che conviene per spiegare una divergenza. In pratica se il sindacato bianco non ci sta è perché è d’accordo con il “nemico”. Ovvero Giorgia Meloni, definita anche come “capo di un governo che fa il sovranista, ma che poi vota le scelte fatte in Europa”.
Dove non è chiaro cosa infastidisca di più Landini. Che poi prosegue: “La manovra sta dentro la scelta che il governo ha fatto di presentare un Psb (Piano strutturale di bilancio) che vincola il paese a 7 anni di taglia della spesa pubblica”. Quindi uno sciopero generale, di fatto contro l’Europa.
Più articolata la posizione della Cisl: “Gran parte dei 30 miliardi della manovra è concentrata su interventi coerenti con le nostre richieste”, dice il segretario Sbarra. Che spiega: “Sono provvedimenti positivi la conferma strutturale dell’accorpamento delle aliquote Irpef e della decontribuzione-defiscalizzazione sul lato lavoro del cuneo fino a 40mila euro, l’aumento degli stanziamenti per il Fondo sanitario nazionale, la valorizzazione della contrattazione decentrata con la detassazione dei salari legati alla produttività e il rafforzamento dei fringe benefit a favore dei lavoratori”.
D’altra parte lo sciopero per il campo largo è anche un modo per dimenticare la sconfitta in Liguria. Lo si evince dalla proposta del “creativo” Angelo Bonelli: “Per superare le divisioni, organizziamo una bella manifestazione contro questa manovra che demolisce sanità, scuola, trasporti pubblici”, dice il leader di Avs al Corriere della Sera. Proposta subito accolta dall’inquilina del Nazareno, che rilancia l’idea di emendamenti concordati insieme dalle opposizioni. Intanto l’obiettivo della maggioranza è di arrivare al via libera alla Legge di Bilancio, anche in Senato (l’iter è in corso a Montecitorio), prima di Natale puntando a terminare l’esame in Commissione entro i primi di dicembre.
A fine novembre, invece, andrà in scena lo sciopero generale deciso da Elly & Maurizio.