1-La giudice uscente della Corte di giustizia Ue, Serena Rossi: «Nessuno in Italia ha capito la nostra sentenza sui paesi sicuri dove rimpatriare i migranti»
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In sostanza: non è l’Europa ad indicare la lista dei paesi sicuri in cui rimpatriare i migranti, ma ogni singola nazione che la compone. 2-chi è il giudice di Bologna che ricorre alla Europa
25 Ottobre 2024 - 19:23 Franco Bechis e D'amato , open.online lettura4’
1-La professoressa Lucia Serena Rossi bacchetta magistrati, politici e commentatori e chiarisce: «Spetta a ogni singolo paese decidere quella lista dei paesi sicuri»
…..nominata dal governo di Paolo Gentiloni giudice della Corte di giustizia europea e che ha terminato il suo mandato il 7 ottobre scorso, tre giorni dopo la sentenza che ha fatto tanto discutere.
Il centro di accoglienza in Albania
La giudice uscente della Corte rivendica la propria indipendenza da chi l’ha nominata
La professoressa Lucia Serena Rossi ha bocciato tutti i protagonisti italiani in una lettera inviata al Giornale, ….. Nella lunga lettera la Rossi spiega di non avere vergato lei quella pronuncia e rivendica con orgoglio e una ragionevole spiegazione la sua indipendenza politica, anche dal governo Gentiloni che l’aveva promossa – prima donna nella storia d’Italia- a quel prestigioso ruolo di giudice europeo. Per questo spiega: «La mia visione, per quanto irrilevante in questa specifica vicenda, deriva dalla mia competenza e dalla mia indipendenza, non certo da affiliazioni politiche o dal desiderio di compiacere l’una o l’altra parte di questo macabro scontro».
Tocca all’Italia e non ad organismi Ue stabilire dove rimpatriare i migranti
Ma è sul punto chiave che la Rossi fornisce un’interpretazione autentica della pronuncia europea assai diversa da quella fornita perfino dai magistrati italiani. «La sentenza, che riguardava un rimpatrio dalla Repubblica Ceca alla Moldavia, in realtà si limita a ribadire che è competenza degli Stati fissare la lista dei Paesi sicuri, aggiungendo che occorre prendere in considerazione tutto il territorio di tali Paesi senza poter escludere zone specifiche e che la lista deve essere riesaminata periodicamente per accertarsi che quei Paesi continuino ad essere sicuri».
In sostanza: non è l’Europa ad indicare la lista dei paesi sicuri in cui rimpatriare i migranti, ma ogni singola nazione che la compone. Quindi nel caso italiano è la legislazione italiana. La Corte di giustizia europea chiede in quelle liste che possono essere diverse per esempio in Francia, Germania e Italia, di considerare ogni parte del territorio per definire “sicuro” un paese dove rimpatriare il migrante. E chiede anche ai singoli paesi di aggiornare periodicamente quelle liste, perché la situazione potrebbe cambiare negli anni (magari dopo colpi di Stato o eventi particolari che non mancano certo, ad esempio, nella storia delle nazioni africane). Ma è il governo italiano, e non un organismo europeo (né la commissione né la Corte di Giustizia) a definire quella lista di paesi sicuri. Quel che è avvenuto in modo aggiornato proprio con il decreto-legge del governo Meloni successivo alle sentenze del tribunale di Roma
2-Marco Gattuso, chi è il giudice di Bologna che ha rinviato alla Cgue il decreto paesi sicuri
31 Ottobre 2024 - 06:22 Alessandro D’Amato opern.online
Esperto di diritto di famiglia e iscritto a Magistratura Democratica, ha avuto un figlio con la Gestazione per altri. Secondo i colleghi ha preso una decisione «moderata»
Marco Gattuso, 60 anni, è il giudice di Bologna che ha rinviato il decreto paesi sicuri alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il rinvio pregiudiziale servirà a stabilire la conformità del provvedimento del governo Meloni alla legislazione e alle sentenze dell’Ue. Esperto di diritto di famiglia e iscritto a Magistratura Democratica, Gattuso si è speso spesso a favore dei diritti delle persone Lgbtqia+ e dei figli delle coppie omogenitoriali. È intervenuto su unioni civili, Gestazione per altri (Gpa) e divieti di trascrizione degli atti di nascita di figli di genitori dello stesso sesso. La sua decisione, dicono i colleghi secondo quanto riporta il Corriere della Sera, è stata «la più moderata». Perché il suo collegio avrebbe anche potuto disapplicare la norma e negare il rimpatrio del richiedente asilo.
La Gestazione per altri
Gattuso nel 2019 scrisse una lettera aperta al presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. All’epoca in Regione si discuteva una legge contro l’omofobia e i cattolici del Partito Democratico cercarono di far passare un emendamento che equiparava la Gpa alla violenza di genere…. La scelta di vietarla in Italia può essere condivisa o può essere discussa, ma l’assimilazione a violenza assume un’inaccettabile connotazione ideologica, da Stato etico, che offende innanzitutto la dignità dei bambini». Un anno fa invece ha firmato un documento che si intitolava «Il diritto stia dalla parte di bambini e bambine». Su Questione Giustizia ha scritto molti interventi all’epoca del divieto di fecondazione eterologa.
Il giudice e l’immigrazione
«Abbiamo fatto nascere nostro figlio nel pieno rispetto delle leggi italiane, che impediscono la gpa in Italia ma certo non all’estero, e delle leggi americane, dove la gpa è ritenuta, sin dal 1993, un esercizio della autodeterminazione della donna», scriveva ancora Gattuso. E ancora: «La nostra gestante non è né ha mai voluto essere “madre” di nostro figlio (con cui non ha alcun legame genetico) e anche quando lo aveva in grembo lo indicava ai suoi figli non come un loro fratello, ma come nostro figlio». Gattuso ha anche partecipato lo scorso 12aprile, all’Università Roma Tre, al convegno sul tema «Immigrazione in Europa e diritti fondamentali. Quale progetto per la prossima legislatura europea?» organizzato da Medel, (Magistrats européens pour la Démocratie et les Libertés) del quale fa parte Magistratura democratica. Il panel è stato coordinato da Silvia Albano.