1-Stellantis, stop di Urso ai fondi del Pnrr per la Gigafactory di Termoli: «Troppe incertezze». E i sindacati annunciano una mobilitazione

2-- Claudio Lotito vuole comprare Il Foglio: «La mia è un’operazione culturale, mi piace anche La Verità»

18.9. 2024 - 09:36 di Gianluca Brambilla e Romano, open.online.it

Durante l’incontro di ieri al Mimit, il governo ha confermato la volontà di dirottare i fondi verso altri progetti

1-Il progetto della gigafactory di Termoli, in Molise, è fermo al palo. Così, dopo mesi di tentennamenti, il governo ha deciso che i fondi del Pnrr destinati alla costruzione del primo stabilimento in Italia per la produzione di batterie saranno dirottati altrove. L’annuncio è arrivato nella giornata di ieri, martedì 17 settembre, al termine dell’incontro tra il ministro Adolfo Urso, la Regione Molise, i rappresentanti di Stellantis e i sindacati. Di fonte a una «incertezza sui tempi di realizzazione della gigafactory di Termoli», ha annunciato Urso una volta concluso il tavolo di lavoro, il governo ha deciso «che procederà a ricollocare i fondi Pnrr verso altri investimenti coerenti con la transizione energetica del comparto». Da parte dell’esecutivo, ha assicurato il ministro delle Imprese, resta «la disponibilità a valutare di destinare ulteriori fondi, di altra natura».

Il progetto iniziale

Ma solo una volta che Acc – la joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies – «sarà in grado di presentare il nuovo piano industriale per Termoli comprensivo della nuova tecnologia». L’annuncio della costruzione della prima gigafactory italiana era arrivato nel luglio 2021, quando Stellantis ha avviato una collaborazione con Total Energies e Mercedes-Benz per dare vita alla joint venture Automotive Cells Company (Acc). L’idea di fondo è (o era) la seguente: riconvertire lo stabilimento di Termoli in una fabbrica di batterie, coerentemente con la transizione del settore automotive dai motori endotermici ai veicoli elettrici.

Il progetto iniziale prevedeva l’entrata in funzione dell’impianto nel 2026, con una capacità produttiva stimata di 40 GWh, che sarebbe arrivata fino a 120 GWh entro il 2030. Per quanto riguarda l’investimento, Acc prevedeva di metterci 2 miliardi di euro di tasca propria, mentre il governo italiano – allora guidato da Mario Draghi – ha promesso un contributo di 369 milioni di euro, in buona parte provenienti dai fondi del Pnrr.

Lo stop e i ritardi nei lavori

All’inizio del 2024, Acc ha dichiarato di aver sospeso i lavori su due delle sue tre gigafactory in costruzione in Europa, tra cui proprio quella di Termoli. Una decisione attribuita al rallentamento della domanda di veicoli elettrici, che ha spinto l’azienda a riconsiderare i propri piani di sviluppo. Peccato che i fondi destinati dal governo fossero già stati stanziati. Inoltre, trattandosi di soldi del Pnrr, vanno spesi tassativamente entro il 2026. Il governo ha cominciato quindi a incalzare Stellantis chiedendo all’azienda di sciogliere le proprie riserve sul futuro dello stabilimento di Termoli. Fino a che, dopo mesi di incertezza, Urso ha deciso di destinare i fondi altrove.

I sindacati preparano la mobilitazione

Le novità delle ultime ore hanno mandato in allarme i sindacati, che ora chiedono ad Acc di fare chiarezza sul futuro dello stabilimento di Termoli e la salvaguardia dei posti di lavoro. «Nei prossimi giorni saranno decise le forme di una mobilitazione che ha l’obiettivo di chiedere ad Acc di sciogliere le riserve sulla costruzione della gigafactory, a Stellantis di rafforzare la attuale produzione di motori e al governo di mantenere a disposizione di Termoli i fondi indispensabili al rilancio di un grande progetto industriale che salvaguardi l’attuale e la futura occupazione», spiegano i sindacati. Secondo quanto trapelato dall’incontro, Acc starebbe procedendo con attività di ricerca e sviluppo per produrre nuove celle meno costose e più efficienti. Il nuovo prototipo di batteria potrebbe essere pronto però solo nel 2025.

2- Claudio Lotito vuole comprare Il Foglio: «La mia è un’operazione culturale, mi piace anche La Verità»

18 Settembre 2024 - 06:43 di Alba Romano estratto

L’idea del presidente della S.S. Lazio e senatore di Forza Italia: lo farei fare a una delle mie società

Claudio Lotito, senatore di Forza Italia e presidente della S.S. Lazio, vuole comprare Il Foglio. E lo annuncia oggi in un’intervista al Fatto Quotidiano: «Sì, lo ammetto. Mi piacerebbe molto. È arrivato il momento: vorrei comprarmi un giornale. Però devo fare una premessa. I giornali di carta moriranno a breve: altri 7-8 anni e non esisteranno più. Anzi sono già tutti morti. Però ci sono sempre i siti e lì si possono fare grandi cose. Il Foglio mi piacerebbe molto. È un giornale dalla grande storia e dal grande spessore: apparteneva a Veronica Lario, Giuliano Ferrara, insomma gente ’mportante. Un quotidiano che parla a un pubblico di nicchia. Sarebbe una grande operazione culturale. E poi hanno già iniziato a investire sul web».

……

La finalità

Quale? Eccola: «Il conflitto d’interessi esiste se uno si compra un giornale per influenzare le decisioni politiche, fare pressione sfruttando il suo ruolo. In questo caso per me sarebbe diverso: io lo farei per rendere edotte le persone». E poi vuole fare concorrenza proprio ad Angelucci: «La mia sarebbe un’operazione culturale. Anche La Verità di Maurizio Belpietro sta andando molto bene e mi piace: hanno cronisti molto bravi che cercano notizie e sono molto “aggressivi” sul territorio. Ma Il Foglio lo preferisco, vola più alto».

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