Bipopulismo globale La destra repubblicana non esiste più nemmeno in America, figuriamoci in Italia
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La strana coazione a ripetere del nostro dibattito pubblico, in cui si invita Meloni a fare quel che non è riuscito a Fini
27.10.2023 Francesco Cundari, linkiesta.it lettura2’
dimenticando che Fratelli d’Italia non è l’evoluzione di An (semmai la sua rifondazione)
Da tempo, ma con particolare intensità dopo la vittoria elettorale, storici, politologi e opinionisti esortano Giorgia Meloni a dare finalmente all’Italia quella destra conservatrice e liberale che il paese non ha mai avuto.
Ieri a tornare sull’argomento, in un’intervista al Foglio, è stato lo storico Paolo Macry, secondo il quale «Meloni ha l’occasione di fare quello che non riuscì a Gianfranco Fini: costruire in Italia una destra repubblicana, conservatrice, moderna». Ma è solo l’ultimo esempio di una lunga e autorevolissima schiera, che a dire la verità simili esortazioni non le rivolge solo a Meloni.
A voler essere pignoli, questo sport comincia a essere praticato a livello agonistico, sulle pagine dei giornali e negli studi dei talk show, almeno a partire dal 1994, quando è Silvio Berlusconi a essere oggetto di una gragnola incessante di inviti a dare all’Italia quel «partito liberale di massa» che il paese non aveva mai avuto (e mai avrà, tanto meno da Berlusconi).
Allo stesso tempo, sull’altro fronte, si esortavano i leader della sinistra, ognuno al suo momento, a dare al paese quella sinistra socialdemocratica, europea e moderna che all’Italia era sempre mancata, e a giudizio di molti continuerà a mancare anche dopo, vuoi perché troppo condizionata dall’egemonia del Partito comunista, o comunque post-comunista, prima; vuoi, al contrario, perché confusa in un partito-coalizione all’americana pasticciato e senza identità, e comunque a egemonia post-democristiana, dopo.
Personalmente ritengo che il movimento referendario dei primi anni Npovanta, con l’ideologia del maggioritario e il bipolarismo di coalizione che ne è stato il prodotto concreto (mostruosità sconosciuta a qualsiasi democrazia europea), abbia innescato una dinamica centrifuga che ha finito per polverizzare il sistema politico. In breve, l’utopia del modello americano ha prodotto come effetto concreto il populismo sudamericano. Ma sull’argomento mi sono già dilungato in altre occasioni, e per questa volta ho deciso di farne grazia al lettore.
Quello su cui vorrei concentrarmi è invece la strana coazione a ripetere del nostro dibattito pubblico, in cui gli stessi argomenti e le stesse parole d’ordine possono avere corso per trent’anni filati, senza apparente correlazione con lo svolgersi dei fatti.
Anche l’osservatore più distratto, per esempio, vede bene che Fratelli d’Italia, rispetto ad Alleanza nazionale, non rappresenta affatto un’evoluzione nella direzione di una destra moderna ed europea, ma l’esatto opposto (con un’immagine presa dalla storia della sinistra, potremmo dire che al massimo è la sua “rifondazione”).
In linea, del resto, con una tendenza globale, che pure sembra sfuggire completamente al dibattito italiano, in cui si continua a esortare Meloni a realizzare anche nel nostro paese una destra sul modello del partito repubblicano americano, senza avvedersi di come, nel frattempo, quel modello non esista più nemmeno negli Stati Uniti, dove Donald Trump ha realizzato semmai un partito repubblicano assai più simile alla destra italiana dei tempi peggiori.
Cioè questi.