Migranti, dal 1 febbraio cade l'obbligo di portarli nei porti italiani
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Finisce Triton. Sostituita da una missione di polizia contro foreign fighter e narcotraffico.
GIOVANNA FAGGIONATO, 31.1.2018 www.lettera43.it
E decade anche il vecchio piano operativo che obbligava all'accoglienza nella Penisola. Minniti ha raggiunto il suo obiettivo. E Roma si candida a essere il poliziotto Ue del mare.
Da Bruxelles
Dal 1 febbraio nel Mediterraneo centrale non sarà più in vigore Triton, l'operazione fortemente voluta dall'Italia nel 2014 per salvare le vite nel Mediterraneo coinvolgendo però l'Ue e poi fortemente messa in discussione - quando si è capito che il principio che le navi sbarcassero i profughi nella Penisola voleva dire che l'accoglienza dei rifugiati sarebbe rimasta a carico dell'Italia. Dopo mesi di tentativi del Viminale per modificare lo statuto dell'operazione, dopo vane richieste perché Stati vicini aprissero i loro porti, alla fine chiaramente sotto il pressing di Roma l'agenzia Frontex inaugura una nuova operazione. E quindi un nuovo piano operativo, che al contrario di quello di Triton non avrà l'obbligo di portare i migranti soccorsi in mare nei porti della Penisola.
VALGONO LE REGOLE INTERNAZIONALI. La nuova missione per «assistere l'Italia nelle attività di controllo alle frontiere» è stata annunciata a sorpresa da Frontex con un comunicato del 31 gennaio, a poche ore dal suo debutto. Che poi con il cambio di operazione vengano modificate anche le regole operative l'agenzia lo conferma direttamente a Lettera43.it: «Seguiamo le regole della convenzione internazionale del mare», dicono laconici quando gli si chiede cosa cambisu porti e accoglienza. Ma quella convenzione dice semplicemente che ad accogliere i salvati deve essere teoricamente il porto disponibile più vicino. Gli altri obblighi, il trasferimento e l'accoglienza in Italia, erano impegni specifici del piano di Triton che ora non ci sono più. Un risultato che il ministro Marco Minniti e la diplomazia italiana a Bruxelles cercavano da mesi e che proabilmente proprio per questo vogliono essere loro ad annunciare a Roma.
FOCUS MAGGIORE SULLE FORZE DELL'ORDINE. Cambia, poi, anche il mandato della missione: «Continuerà a includere ricerca e soccorso come componente cruciale. Allo stesso tempo, la nuova operazione avrà un focus maggiore sulle forze dell'ordine», scrivono da Frontex. Dunque da Marte Nostrum in cui il soccorso era lo scopo, si è passati a Triton in cui i salvataggi erano una componente e ora si arriva una missione più focalizzata sulle questioni di sicurezza. Il messaggio lanciato è abbastanza chiaro e il passaggio dall'accoglienza all'esternalizzazione ormai compiuto. Mancava il tassello, per l'Italia fondamentale, delle regole sui porti e sui trasfeimenti.
Quello che dal punto strategico ci rendeva debole nelle discussioni sui migranti con gli altri Paesi pronti a chiudere le porte alla solidarietà mentre noi, la nostra di solidarietà l'avevamo messa per iscritto, un obbligo e un impegno di fronte all'Ue e agli altri Stati. Ora, in mancanza dell'impegno degli altri, abbiamo tolto anche il nostro. Con buona pace dei salvati in mare e delle ong con cui la politica italiana tutta ha innescato un braccio di ferro.
Triton Frontex
Come funzionava l'operazione Triton.
Tuttavia Themis abbraccerà anche un area più estesa di prima: «Coprirà il Mar Mediterraneo centrale dalle acque che coprono i flussi dall'Algeria, dalla Tunisia, dalla Libia, dall'Egitto, dalla Turchia e dall'Albania». Secondo l'agenzia Ue in questo modo rispecchierà meglio «i modelli mutevoli della migrazione, così come il crimine transfrontaliero».
INTELLIGENCE CONTRO I FOREIGN FIGHTER. Tra i compiti della missione ci sarà la raccolta di intelligence e «altre misure» per proteggere le frontiere Ue dall'ingresso di combattenti stranieri e altre minacce terroristiche. Insomma i controlli contro i foreign fighters di ritorno e non solo. «Dobbiamo essere meglio equipaggiati per impedire che gruppi criminali che cercano di entrare nell'Ue non vengano individuati. Questo è fondamentale per la sicurezza interna dell'Unione europea», ha detto il direttore centrale di Frontex Fabrice Leggeri. Ma contemporaneamente le forze della missione saranno allargate anche alla lotta al narcotraffico. L'Italia, appena divenuta capofila per la cooperazione militare marina e la sorveglianza marittima nei nuovi progetti della difesa Ue, si sta quindi candidando a fare il poliziotto del mare dell'Europa?
Di certo l'agenzia Ue continuerà ad assistere i funzionari italiani nella registrazione dei migranti e le sue navi proseguiranno le attività di di ricerca e soccorso dei «centri di coordinamento del soccorso marittimo responsabile». Che questa volta però non necessariamente porteranno in Italia. Dal punto di vista del Viminale, forse anche con un occhio ai sondaggi, c'è da festeggiare.