Legge elettorale, lasciamo vincere l'M5S di Grillo. L'analisi

Perché evitare una vittoria dei 5 Stelle? Che l’Italia ha bisogno di mettere il contatore a zero? Questi sembrano accettabili azzeratori.

Di Gianni Pardo, 12.1.2017

 In Italia si bestemmia con buona coscienza. Credevamo avvenisse soltanto nelle bettole toscane, ma avviene dovunque. Soprattutto nei salotti buoni. E la bestemmia più corrente è: “Bisogna rendere impossibile una vittoria del M5S”.

Una legge elettorale – secondo gli standard italiani - non è buona o cattiva nel senso che sarebbe stato opportuno adottarla trent’anni fa, e da sperare che sia in vigore ancora fra trent’anni; è buona o cattiva secondo che permette o no agli avversari di arrivare al potere. Prima l’Italicum è stato una legge eccellente che ci avrebbe regalato la suprema stabilità del governo, inamovibile per cinque anni, e avrebbe permesso ad un unico partito salvifico – il Pd, naturalmente – di attuare quelle grandi riforme di cui l’Italia ha un disperato bisogno. Poi è sorto uno spaventoso dubbio: “E se invece al ballottaggio vincesse il M5S, come del resto ha vinto le “comunali” di Roma?”

Allora l’Italicum è divenuto una cattiva legge. Da evitare ad ogni costo. Dal canto suo, in questa commedia all’italiana, lo stesso M5S, che fino ad ora era stato costretto a dirne male (perché il Pd ne diceva bene), ora ne dice bene (perché gli potrebbe essere utile) e vorrebbe estenderlo anche al Senato. Allegria.

Noi italiani ci siamo fatti una cattiva fama, nel mondo, perché siamo troppo furbi.

All’inizio della Prima Guerra Mondiale abbiamo esitato a lungo, prima di scegliere con chi allearci, come se si trattasse di scegliere fra le offerte di due negozianti. Durante la Seconda, abbiamo aspettato che la Francia fosse militarmente vinta per dichiararle la guerra. Quando poi abbiamo visto che, contrariamente ai patti, la Germania aveva perso la guerra, abbiamo dichiarato guerra anche ad essa, e da allora ci raccontiamo la favola di aver fatto parte dei vincitori.

Siamo furbissimi. Lo si vede anche in questa vicenda delle leggi elettorali. Un Paese serio fa una legge elettorale e se la tiene per un tempo indefinito. E se oggi questo sistema avvantaggia te, domani forse avvantaggerà me. Basti pensare all’Inghilterra, che pure ha una legge molto discutibile. Non ha senso che, ogni volta, chi ha il potere si confezioni una legge elettorale a proprio uso. Non soltanto è immorale, è anche stupido: perché alla prossima tornata potrebbe avvantaggiare il nemico.

Uno degli ineliminabili difetti della democrazia è il fatto che i politici pensano e agiscono nel breve termine, non nel lungo, e soltanto raramente nel medio. Gli preme il loro vantaggio immediato, o quello del loro partito: infatti, per quelli lontani nel tempo, non sanno se saranno ancora ad un posto di vertice, o se saranno soltanto degli ex qualcosa. L’interesse della collettività è un eventuale byproduct, un sottoprodotto.

Una persona seria dovrebbe essere contro l’Italicum perché un potere incontrastato per cinque anni – attribuito per giunta non ad una coalizione, di per sé fragile, ma ad un solo partito  - è pericoloso. In cinque anni si possono provocare gravissimi disastri. E comunque, una persona seria che avesse commesso la sciocchezza d’imporre l’Italicum, poi lo sosterrebbe contro venti e maree, e si sorbirebbe senza fiatare anche cinque anni di governo M5S. Bisogna saper pagare per i propri errori. Ma forse una persona seria, saggiamente, si asterrebbe dalla politica.

Tutti i partiti dovrebbero capire che il popolo è sovrano. Non perché è scritto nella Costituzione, ma perché è il principio fondamentale della democrazia. Quando decide, può darsi che abbia torto e può darsi che abbia ragione, ma ha il potere di fare come gli garba. Come fosse un dittatore. E non c’è da lamentarsene. Anche perché, quando il dittatore sbaglia, paga il popolo; quando invece sbaglia il popolo, paga lo stesso popolo, e il sistema è molto più morale.

Speriamo che l’Italicum – coerentemente con le precedenti decisioni della Corte Costituzionale – sia cassato e che non se ne parli più. Ma se, comunque, i “grillini” andassero al potere, conformemente alla volontà del popolo, non bisognerebbe cercare trucchi per negargli il governo. Faranno disastri? È possibile. Ma loro stessi potrebbero obiettare che hanno combinato disastri anche i soloni che oggi fanno la morale a tutti. Se non fosse così, non saremmo con le pezze sul sedere. E comunque: “Avete permesso che ci provasse Matteo Renzi, il rottamatore, l’innovatore, la fantasia e la gioventù al potere? Ora lasciate che ci proviamo noi”. Unica, magra risorsa, incrociare le dita.

Personalmente ho una pessima opinione di Beppe Grillo e dell’intero M5S. Non tanto per disprezzo delle persone (che non sento), quanto per disprezzo della loro formula politica. Ma dopo tutto, quante volte abbiamo pensato che l’Italia ha bisogno di mettere il contatore a zero? Questi sembrano accettabili azzeratori.

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