Migranti, il traffico d'organi potrebbe essere una bufala
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La notizia è così orrenda e sensazionale da indurre a più di un dubbio nei confronti proprio delle forze dell'ordine italiane che hanno assistito ad anni di traffici mediterranei
di Domenico Cacopardo, Italia Oggi 7.7.2016
Lunedì 4 i media nazionali sono stati investiti dalla notizia che, finalmente, la squadra mobile di Palermo e lo Sco hanno scoperto un altro fiorente business del racket dell'immigrazione che opera dall'altra parte del Canale di Sicilia: il traffico d'organi. Il tutto sulla base di una documentata confessione del pentito Noureddin Atta. Organi delle centinaia di migranti che non ce la fanno e vengono uccisi ancor prima di cominciare la traversata in barca, che non hanno i soldi per pagare il riscatto richiesto alle famiglie dai trafficanti, ma anche organi di bambini. La notizia è così orrenda e sensazionale da indurre a più di un dubbio nei confronti proprio delle forze dell'ordine italiane che hanno assistito ad anni di traffici mediterranei e che ora, in concomitanza con l'udienza preliminare nei confronti di Medhanie Mered, il capo dell'organizzazione criminale di trafficanti di uomini e di organi umani scoprono un crimine bestiale.
Spero di vedere la conclusione del processo che si celebrerà, se lo si celebrerà, nei confronti di questo «capo» e della sua banda criminale, ma sono combattuto da due sentimenti. Per il primo vorrei che la notizia di traffico di organi umani (dall'Egitto e per dove?) fosse confermata e i responsabili nelle mani della polizia italiana condannati alle più elevate pene tabellari, con l'esclusione dei benefici di legge che vengono erogati con preoccupante puntualità. Il secondo sentimento si aspetta la notizia, liberatoria, che il traffico di organi non è stato provato e che, quindi, non è esistito (anche per la complessità di mettere in piedi qualcosa di simile, se non altro dal punto di vista chirurgico, che esclude tra i paesi «beneficiari» l'Italia e tutto l'Occidente) sia nei numeri biblici che trapelano sia in pochi casi altrettanto riprovevoli e drammatici.
C'è da chiedersi a quale strategia comunicativa si iscrivano le notizie sul traffico di organi: si enuncia un reato orrendo e si mette la sordina sul traffico di essere umani tra la sponda Sud del Mediterraneo e l'Italia (e sul sostanziale supporto ai trafficanti fornito dai mezzi della Marina militare e della Guardia costiera)? Peraltro, la notizia ha scarsa verisimiglianza: non sia mai che si rivelasse una bufala dannosa alla giustizia e al Paese.
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