Banche, 4 fondi Usa su Veneto Banca e B.P.Vicenza
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Un pool di quattro fondi americani ha manifestato l'interesse ad acquistare in blocco, dal fondo Atlante, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca per poi fonderle.
Italiaoggi, 7.7.2016
Lo scrive il Corriere della Sera spiegando che si tratta dei fondi di private equity Atlas Merchant Capital,i fondi hanno presentato una semplice manifestazione di interesse, pronta a trasformarsi in offerta formale. Non è chiaro, prosegue il giornale, se nel perimetro siano comprese le sofferenze in carico alle banche. Possibile che questo rientri in un negoziato, anzi che ne sia parte essenziale e che finisca sulla bilancia insieme al prezzo delle azioni. Warburg Pincus e Centerbridge e dell'hedge fund Baupost. Già a maggio questi fondi avevano bussato alle porte di Quaestio per trattare l'ingresso nel capitale di Vicenza. Ora tornano alla carica mentre Atlante, dopo la Vicenza, ha salvato anche Veneto Banca, arrivando in entrambi i casi quasi al 100% del capitale. Per ora
E questa mattina si apre il nuovo corso della Banca Popolare di Vicenza sotto la regia del Atlante. I soci si riuniscono infatti in assemblea per eleggere il Cda che guiderà la banca nel prossimo triennio, dopo che nell'aprile scorso il Fondo Atlante è intervenuto come garante dell'aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro chiesto dalla Bce, diventando azionista di controllo con il 99,3% delle quote. L'unica lista presentata per il board è quella proposta da Quaestio, l'sgr che gestisce il Fondo. Recependo le richieste di Francoforte, i nomi dei candidati al nuovo Consiglio sono all'insegna della discontinuità. Alla presidenza è stato designato l'attuale vice Presidente di Edizione Holding, Gianni Mion, che avrà come proprio vice l'ex Commissario Consob Salvatore Bragantini. Gli altri consiglieri indicati sono Niccolò Abriani, Luigi Arturo Bianchi, Marco Bolgiani, Carlo Carraro, Rosa Cipriotti, Massimo Ferrari, Francesco Micheli e Alessandro Pansa. Unica conferma è invece quella dell'a.d. Francesco Iorio, designato al timone dell'istituto dalla precedente gestione in seguito all'uscita di scena dell'ex capo azienda, Samuele Sorato. Ex vice d.g. di Ubi Banca, Iorio - gradito alla Bce grazie al lavoro svolto nei mesi passati per cercare di rimettere l'istituto in carreggiata - e' l'unico consigliere non indipendente nel nuovo Cda.
Nel corso dell'assise, Quaestio ribadirà che non c'è alcuna intenzione di fondere la Vicenza con Veneto Banca, proporrà il dimezzamento delle spettanze per i consiglieri e - soprattutto - ribadirà al nuovo Consiglio uno dei punti chiave dell'agenda: l'azione di responsabilità nei confronti dei precedenti vertici dell'istituto. In ballo c'è un risarcimento danni milionario per il dissesto a cui la banca sta cercando di fare fronte. Uno tsunami che nella marca berica ha coinvolto circa 119.000 soci, per lo piu' piccoli risparmiatori, oggi ridotti sul lastrico e quanto mai determinati a far valere anche in tribunale le proprie ragioni: molti di essi - rassicurati allo sportello circa la solidita' dell'istituto - si erano fatti convincere a sottoscrivere azioni della Vicenza a valori monstre, in qualche caso addirittura superiori a 60 euro/azione, anche a fronte di valutazioni non veritiere del valore degli asset. Il risveglio, brusco, e' toccato darlo al Fondo Atlante: il salvataggio e' avvenuto infatti al prezzo unitario di 0,10 euro, valore che diversi analisti considerano persino a premio.
"Dopo l'aumento di capitale la Banca, con il Core Tier 1 superiore al 13,5%, ha il coefficiente patrimoniale più alto in Italia, avendo cosi' acquisito le risorse necessarie per sostenere con tranquillità la fase di ristrutturazione e rilancio. La Popolare di Vicenza, dunque, e' diventata tra le banche piu' solide in Italia. E' un dato di fatto. Da oggi nessuno potrà più agitare lo spettro dell'insolvenza per sottrarle clienti e depositi". Lo ha spiegato Alessandro Penati, Presidente di Quaestio Capital, il gestore del fondo Atlante che controlla il 99,3% della Banca Popolare di Vicenza, in una lettera inviata ai quotidiani locali nel giorno dell'assemblea, nella quale ha sottolineato "con chiarezza che il massiccio aumento di capitale e' stato richiesto entro tempi certi dalle Autorita' di Vigilanza. La mancata sottoscrizione dell'intero aumento di capitale avrebbe comportato l'imposizione del meccanismo di risoluzione; come insegnano le recenti esperienze delle quattro banche del centro Italia, si sarebbero azzerati anche i risparmi degli obbligazionisti, imposti pesanti tagli di occupazione e una stretta creditizia". Il Fondo Atlante, ha spiegato Penati, "e' nato proprio per scongiurare questa eventualita'. E c'e' riuscito. Non voglio in alcun modo minimizzare le sofferenze di tanti soci che hanno perso ingiustamente i loro risparmi; voglio solo rammentare che si era sull'orlo del precipizio. Ma ora la Banca è in totale sicurezza".
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