Le solite intercettazioni. Renzi, Boschi e la pubblicazione di telefonate senza rilevanza penale.

 Il governo fa bene a reagire con fermezza ai singoli episodi, ma farebbe meglio a intervenire in modo sistematico (e non solo in certi casi)

di Redazione | 16 Luglio 2015 ore 13:40 Foglio

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La titolare del ministero per le Riforme istituzionali, Maria Elena Boschi, replica a muso duro alle interpellanze dei 5 stelle sui contenuti della conversazione tra l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi e il generale della Guardia di finanza Michele Adinolfi. Il problema non sono le illazioni fantasiose sul colloquio, ma “è grave che intercettazioni senza alcuna rilevanza penale siano finite su un giornale”. L’uso spregiudicato delle intercettazioni e la loro propalazione sono una questione dibattuta da tempo. La legge prescrive che quelle che non hanno nulla a che vedere con il reato per il quale sono state autorizzate vengano stralciate e distrutte. Ma la magistratura politicizzata non osserva la legge, come accadde nel caso ormai celebre delle intercettazioni di un colloquio di Giorgio Napolitano, la cui registrazione, dopo una lunga resistenza, venne distrutta solo dopo un pronunciamento della Corte costituzionale, interpellata proprio dell’allora presidente della Repubblica. Ora, su questo caso, si attende la decisione del procuratore presso la Cassazione, che è in attesa di una relazione del procuratore di Napoli che dovrebbe dare spiegazioni sul mancato stralcio della conversazione poi finita sulla prima pagina del Fatto quotidiano.

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Al di là del caso specifico, bisognerebbe affrontare la questione nei suoi aspetti generali, e non solo quando riguarda un esponente di rilievo della maggioranza pro tempore. L’estensione abnorme delle intercettazioni autorizzate crea una situazione in cui la magistratura può conoscere il contenuto di colloqui riservati o comunque privati di ogni genere. Se non si mette un freno efficace alla mania di usare queste informazioni per scopi politici o comunque estranei alla ricerca di indizi sui reati oggetto dell’indagine, si configura una specie di potere anomalo e incostituzionale, una possibilità di interferire pesantemente nelle vicende politiche o economiche da parte di chi non ha titolo istituzionale o mandato elettorale per agire in questo ambito. La tesi pelosa secondo la quale il diritto alla riservatezza, garantito dalla Costituzione, non vale per chi esercita una funzione pubblica, ha già provocato danni notevoli e va respinta alla radice. Il governo fa bene a reagire con fermezza a singoli episodi, ma farebbe meglio a intervenire in modo sistematico.

Oltre alla modifica dell’articolo del codice penale sulla pubblicazione delle intercettazioni, sarebbe necessario trovare il modo per sanzionare il comportamento dei magistrati che fanno filtrare surrettiziamente o “dimenticano” di stralciare dagli atti le intercettazioni non connesse al tema delle indagini per cui sono state autorizzate. Senza inaridire la fonte delle propalazioni, puntare solo a bloccarne la pubblicazione è come mettere una diga di rametti nell’illusione di fermare a valle l’ondata di piena del malcostume giudiziario.

Categoria Giustizia

COMMENTI

1-      Massimo Buonocore • un'ora fa

Forse non c' entra molto con le intercettazioni, ma mi chiedo se qualcosa dovrebbe cambiare.

Berlusconi chiede di fare una rivoluzione se lo arrestano, Brunetta domanda cosa si aspetta ad uccidere la Merkel.

A me pare ovvio che vogliono lanciare frasi ad effetto senza fine reale.

Ma se 'sta gente tenesse un po' a freno la lingua non sarebbe meglio?

2-       Alberto Mario Mura • 2 ore fa

Fino a ieri bisognava stare attenti alle parole che si dicevano in una conversazione telefonica e alle loro possibili interpretazioni ove si prescindesse dal contesto in cui erano state proferite (incluso il tono di voce). Da oggi bisognerà badare anche a quel che non si dice, giacché anche il silenzio (magari per puro imbarazzo di fronte a una frase terribilmente infelice) può essere non solo politicamente scorretto, ma anche considerato perseguibile.

3-      Giorgio Ippoliti • 2 ore fa

Chi di intercettazioni ferisce, di intercettazioni perisce. Contro il centrodestra fu usato di tutto e di più.

Poi la ruota gira e adesso vengono usate contro Renzi, appena il consenso cala. Si può persino aggiungere che anche Renzi ne fu favorito visto che gli permisero di disfarsi di Lupi. E che dire proprio oggi di Crocetta?

Eppure basterebbe pochissimo, cambiando le sanzioni per i giornali da circa 0 a 1 milione di euro a intercettazione pubblicata.

Epperò dato che torneranno sempre comodo in futuro, scommettiamo che Renzi non lo farà?

4-      Moreno Lupi • 2 ore fa

Ma insomma, come si fa a strappare il pane di bocca agli affamati? E il loro unico nutrimento ai coprofagi? Occorrerebbe "lotta dura senza paura", ma quello è un marchio di fabbrica, un brand, già registrato. Fantasia suggerisce: "Vasellina filante per chiappe bianche".

5-      franco bolsi • 3 ore fa

Se riteniamo che le tasse, la magistratura, la PA e l’immigrazione maomettana ad alto costo siano riforme imprescindibili o emergenza sociale, il Foglio ha puntato su un cavallo bolso (parola che m’ispira un certo non so chè..). A questo dobbiamo aggiungere una politica estera virtuale o talmente impalpabile da sembrare un assorbente per igiene intima femminile, “quelli che non si sentono”. La butto lì da amico, ma una riflessione critica sull’aquilotto non guasterebbe.

6-      guido valota • 3 ore fa

Se l'Antimafia facesse l'antimafia indagherebbe seriamente sulla cupola magistratura comunista-Fatto Quotidiano. Altro che servizi deviati e logge massoniche.

7-      ALESSANDRO SPANU • 3 ore fa

sulle intercettazioni l'uovo di colombo l'ha illustrato il procuratore aggiunto di venezia carlo nordio sul messaggero:

si dovrebbe mutuare il modello delle "intercettazioni preventive"(art 226 norme attuazione cpp) che vengono fatte, utilizzate e poi distrutte, possono essere utilizzate solo "a fini investigativi" (cioè per fare le indagini) ma non possono comparire negli atti né essere citate né, tantomeno essere divulgate.

qui il link all'articolo:

http://www.ilmessaggero.it/PRI...

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