COMPRAVENDITA A SCOPPIO RITARDATO - FACCI: “SU DE GREGORIO I PM NON HANNO SCOPERTO ALTARINI
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I FINANZIAMENTI AVVENNERO ALLA LUCE DEL SOLE. SOLO CHE DE GREGORIO A UN CERTO PUNTO SI È DICHIARATO CORROTTO...”
“Le prove? Una lettera dell’ex direttore dell’Avanti! Walter Lavitola - che però Lavitola nega di aver mai scritto - in cui il medesimo rivendica di avere "comprato" De Gregorio per conto di Forza Italia. La procura ha detto che Berlusconi ne corruppe anche altri: chi? Non si sa. Altri indagati non ce ne sono stati”… -
Filippo Facci per “Libero Quotidiano” 9.7.2015
Puntuale come un tg delle 20 (per essere precisi: 19 e 55) ecco la sentenza che condanna in teoria (molto in teoria) Silvio Berlusconi a tre anni per la cosiddetta compravendita dei senatori. Sarebbe corruzione. I pm ne volevano cinque, di anni, ma agli effetti saranno zero perché questo processo è stato inutile, e si sapeva. A che serve, del resto, un processo? A emettere una sentenza?
L’unica sentenza che rimarrà impressa - nostro modesto parere - è la faccia di Sergio De Gregorio, l’uomo che ha rivalutato tutta la fisiognomica ottocentesca; poi ci sarebbe la sentenza morale ai danni di un Berlusconi che si è fidato di uno così, sentenza inappellabile; infine - inutile e ineffettiva, come soltanto le sentenze italiane possono essere - c’è la condanna penale secondo la quale Berlusconi ha convinto l’ex dipietrista De Gregorio, al prezzo di tre milioni di euro, a schierarsi con il centrodestra e a contribuire alla caduta del governo Prodi nel 2008.
Tutto il resto è già stato detto, scritto e stra-scritto. Ciò posto, a che serve un processo? Ieri il pm (anzi, Woodcock) ha fatto la sua requisitoria e ovviamente ha dovuto ammettere che in ogni caso tutto finirà in prescrizione: perché procedere, allora? L’ha detto: perché, a suo dire, la sentenza avrà comunque una funzione «generalpreventiva» verso analoghi comportamenti di malcostume politico. Ora lo sappiamo a che serve un processo: a perpetuare una funzione generalpreventiva. Oppure si può anche dire, come spiegava il Fatto di ieri, che «il reato è importante a livello storico politico».
È un’altra nota funzione del Codice penale: il livello storico politico. Non è chiaro? Eppure l'aveva già spiegato anche il pm Alessandro Milita nella sua requisitoria: «Siamo al cospetto di una delle peggiori ipotesi che si possano prospettare, una vicenda che resterà nei libri di storia e servirà come monito per il futuro. Qui abbiamo potere economico che acquista le persone per sfruttarne le funzioni e dirigerne il voto».
Ed è una cosa mai vista, accidenti: sì sì, ieri si è fatta la storia. Oltretutto un altro pm, Fabrizio Vanorio, ha aggiunto che la sentenza «farà giurisprudenza, perché è il primo caso in cui si affronta il tema della corruzione parlamentare». Ecco, ieri si è fatta anche giurisprudenza, insomma, si è fatta un sacco di roba: tranne giustizia in senso stretto, perché il reato è prescritto.
Per il resto, avremo tempo di approfondire altre cose. Tra queste, chiederci quali siano (o restino) i confini entro i quali un parlamentare vanti il diritto insindacabile di cambiare schieramento, come spiega e autorizza la Costituzione. Da ieri è molto meno chiaro, sinceramente.
Non è che i pm, infatti, abbiano scoperto un altarino: i finanziamenti a De Gregorio e al suo movimento «Italiani nel mondo» avvennero alla luce del sole (come altri finanziamenti ad altri partiti alleati di Berlusconi) e quindi, se c’è stato reato, paradossalmente c’è stato alla luce del sole, diciamo così: anche se, dopo aver rivendicato la trasparenza di tutte le operazioni, De Gregorio a un certo punto si è dichiarato corrotto e ha comodamente patteggiato venti mesi con la condizionale: saluti a tutti.
Le prove? Una lettera dell’ex direttore dell’Avanti! Walter Lavitola - che però Lavitola nega di aver mai scritto - in cui il medesimo rivendica di avere "comprato" De Gregorio per conto di Forza Italia. Da almeno due anni, a partire dal 2006, Berlusconi faceva una palese campagna per portare all’opposizione una parte dei parlamentari che sostenevano il governo Prodi, e la procura ha detto che infatti ne corruppe anche altri: chi? Non si sa. Altri indagati non ce ne sono stati.
L'unico parlamentare condannato (prescritto, cioè assolto in termini di diritti civili) è Silvio Berlusconi. E, anche se questa condanna non conta un fico secco, faranno bene i legali del Cavaliere a proporre appello ed eventualmente ad andare in Cassazione: nel nostro piccolo, esauriti i contributi fondamentali alla storia e alla giurisprudenza, ci piacerebbe comprendere la differenza tra una corruzione e un finanziamento, e, soprattutto, comprendere fino a che punto un giudice può sindacare un voto che secondo la Costituzione sarebbe insindacabile. Siamo un po’ duri di comprendonio, insomma.
Categoria Giustizia.
Commento.
OPACT.Mi viene da ridere leggere Prodi che dice “ De avessi saputo.. sarei ancora Capo del Governo” Ma se allora tutti sapevano dei finanziamenti dati a De Gregorio…