Fitto intercostale

Invece di reclamare democrazia, si renda interessante sfidando la leadership del Cav. (e auguri…)

di Alessandro Giuli | 05 Febbraio 2015 ore 12:42 Foglio

Raffaele Fitto è un non brillante ma esperto e capace politico di medio-lungo corso. La sua battaglia di rinnovamento dentro Forza Italia non va disprezzata, bisogna semmai incoraggiarne il fondamento, se ci sia. Fitto chiede l’azzeramento della classe dirigente berlusconiana, cui imputa il sostanziale fallimento della partita sul Quirinale e lo snaturamento delle originali proposte riformiste del centrodestra intorno alla legge elettorale e al superamento del bicameralismo: insomma ce l’ha con gli scarsi dividenti del Patto del Nazareno. Il che è legittimo, ma anche insufficiente e poco coraggioso fintantoché il rivoltoso Fitto non deciderà di attaccare il bersaglio grosso: Silvio Berlusconi.

Essendo il Cav. l’azionista unico e carismatico di Forza Italia, è contro di lui che Fitto dovrebbe schierare le proprie divisioni parlamentari, sfidandone la leadership e dichiarandola ufficialmente contendibile sul mercato delle primarie. Fingere di scoprire la democrazia, oggi, con Berlusconi esule in patria e così ammaccato, e prendersela con un ufficio di presidenza poco più che notarile, è una pratica ingenerosa che sa di tatticismo tardolevantino. Non è meglio portare en plein air un colpo al cuore del Cav? Dopodiché, auguri, ma per lo meno si sarà reso interessante, e non soltanto fastidioso.

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