Renzi e le ragioni del no ad Amato. Si bisticcia, ma anche no.
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Si combatte, ma ci si capisce. Ci si annusa e poi ci si accorda. Il presidente del Consiglio gioca con le tre carte e cerca la navvazione. La necessità del notaio nella repubblica nazarena
di Claudio Cerasa | 29 Gennaio 2015 ore 06:18 Foglio
I nomi sono quelli e i Nazareni ci faranno ballare ancora per un po’. Berlusconi vuole fortissimamente Amato. Lo vuole perché si fida, perché lo conosce bene, perché crede che possa essere un buon garante del patto del Nazareno e perché crede che attorno a quel nome potrebbe raggiungere due obiettivi mica male: rimettere insieme il centrodestra che sarà, trovare una convergenza con Alfano, muoversi in modo compatto, far arrivare al Quirinale un volto che costituirebbe un contrappeso importante nei rapporti di forza con Renzi, e allo stesso tempo, geniaccio di un Cav., scavalcare lo stesso Patto del Nazareno, proponendo al presidente del Consiglio un nome che non si può rifiutare non solo per la competenza, l’esperienza, le conoscenze, l’equilibrio, la continuità con Napolitano, bla, bla, bla, ma anche perché, con quel nome, sulla carta, il Pd ci starebbe. Ci starebbe un pezzo importante del corpaccione rosso del partito. Ci starebbe un pezzo meno importante ma significativo del vecchio apparato centrista Pd. Ci starebbe il centro. Ci starebbero gli ex amici di Monti. E ci starebbero tutti. Tutti tranne Renzi. E Renzi non ci sta non solo per la questione del “doverlo spiegare”, della difficoltà con cui il presidente del Consiglio riuscirebbe, come direbbe Nichi Vendola, a costruire una navvazione, ma anche per un ragionamento figlio di un altro modo di pensare.
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E allora che fai, caro Cav.: prendi questo o prendi un altro nome che tiro io fuori dal mazzo? Renzi è convinto che Berlusconi alla fine cederà, che la possibile convergenza degli elettori grillini sul nome di Prodi (oggi ci sono le Quirinarie, ci divertiremo) potrebbe persino giocare a suo favore (della serie: caro Cav., attento a te, ci metto un attimo a votare il prof). E dunque i nazareni bisticciano, sì, ma si capiscono. Renzi vuole Mattarella (grigio quanto basta, tedesco da paura), Berlusconi Amato. Si cerca il second best. Sapendo però che tutto può accadere. E che per Renzi, alla fine, potrebbe essere una prova di forza persino dire ok al signor Amato. Chissà.