Come erudire sul gender i pupi francesi
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“Riprogrammazione ideologica” in un libro consigliato ai piccoli
di Redazione | 02 Dicembre 2014 ore 06:30 Foglio
La ministra dell’Educazione nazionale francese, Najat Vallaud-Belkacem, ha più volte sottolineato che i programmi scolastici promossi dal governo e improntati all’“Abcd de l’égalité”, nulla hanno a che fare con l’introduzione tra i banchi della teoria del gender (quella che nega le differenze sessuali come dato di fatto e pretende siano solo costruzioni social-culturali). Il sito Causeur.fr si chiede, allora, come andrebbe chiamata la filosofia che ispira un libro illustrato che va per la maggiore tra burocrati e funzionari dell’Education nationale, che lo consigliano come “strumento pedagogico e ludico” per la prima infanzia. Si intitola “Petit Poilu. L’expérience extraordinaire” (Dupuis) ed è composto da strisce disegnate, senza testi. I protagonisti sono Petit Poilu e la sua amichetta Eve, che vediamo subito ghermiti violentemente dalle braccia meccaniche azionate dall’odiosa Miss Divine (nomen omen: si allude all’oppressione religiosa, ça va sans dire), arcigna e occhialuta istitutrice che si incarica di reprimere gli slanci dei due piccini e li sequestra in una sorta di capsula spaziale, dove li piazza di fronte a uno schermo. Su questo (orrore!) compaiono un bambino vestito d’azzurro e una bambina vestita di rosa, completi di accessori rigidamente intonati e separati per sesso. Più tardi, Petit Poilu ed Eve sono invitati dalla mostruosa Miss Divine a fare il bagno in due diverse vasche, traboccanti di schiuma azzurra per lui e rosa per lei. Stucchevole? A dir poco. Meno male che i due decidono di far di testa loro e si mettono a giocare, lei a calcio e lui con la bambola, mentre la terribile carceriera, furiosa, deve dichiararsi sconfitta…
Non si tratta di gridare allo scandalo, scrive l’autore dell’articolo su Causeur, Pierre Joncquez, ma di prendere atto dell’evidenza. Sotto un’apparenza innocua e ricreativa, “L’expérience extraordinaire” di Petit Poilu e di Eve è pura “riprogrammazione ideologica”. I bambini giocano come vogliono e basta non reprimerli perché si sentano felici. Ma invitarli a ragionare su quanto sono negativi il rosa e le bambole per le femmine (mentre magari diventano desiderabilissimi per i maschi, basta che si trasgredisca la pseudo-norma), o quanto sia disdicevole l’azzurro e il football per i maschi (auspicabili per le femmine) significa suggerire una nuova norma a misura di gender. Questa sì, davvero autoritaria.