ANDREA'S VERSION. 22.7.2014

Il “boia” Sharon cede Gaza

di Andrea Marcenaro

Vado a memoria, ma mi pareva che il boia Sharon avesse fatto un gesto, come dire, distensivo, lasciando Gaza nel 2005. Ricorderò senz’altro male io, ma a me sembrava di ricordare che se ne fosse andato lasciando a Gaza tutte le strutture agricole e industriali costruite dagli israeliani in quarant’anni. E che non fosse stato imposto alcun blocco, dopo che se ne andò. C’era anche un porto attrezzato e libertà di commerci. Ma che subito appresso, posso sbagliarmi, l’autorità subentrante avesse fatto letteralmente a pezzi le strutture agricole e industriali degli infedeli. E non era, mi pare, per farne di sue proprie, comprensibilmente fedeli. Quanto piuttosto per trasformare Gaza in un avamposto, adesso non ricordo, se della convivenza con o della distruzione di Israele. Propenderei per la seconda tesi, dopo aver letto alcuni studi sull’assenza totale di attività produttive in quel di Gaza e il pullulare allegro di armi e di missili, comprati a getto continuo col fiume di soldi degli aiuti internazionali. Sembra perfino di ricordare, ma la memoria non è il mio forte, che nelle scuole si insegni la santità del martirio e la cancellazione degli ebrei. E che Gaza sia stata trasformata in una caserma. Da dove partivano già dal 2006, in direzione degli ebrei medesimi e tra gli applausi arabi, quantunque non solo, migliaia di missili. Mica grossi eh, per carità, piccoli. E tant’è. Perché non sono solo avari, questi ebrei, anche permalosi. Così adesso laggiù c’è una guerra, mi dite? E brutta brutta? Ma va là?

© FOGLIO QUOTIDIANO

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