Lettere al Direttore Il Foglio 22.7.2014

Aspetto sempre l’autocritica dei giornalisti

che votarono Grillo

1-Al direttore - Il relitto della Concordia non arriverà prima di domenica. Quello del Senato anche dopo.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - I rottamatori e gli spazzini sono gli esseri più odiati dal sistema. I maiali non amano che si spazzi il truogolo.

Moreno Lupi

3-Al direttore - Galli della Loggia sul Corriere della Sera di domenica scrive che senza autocritica non si può avere titolo a rinnovare. E’ giusto! Anche se noi al posto di “autocritica” avremmo preferito dire “revisionismo”. Però, il professore aggiunge un finale al suo intervento: attacca i miglioristi dell’ex Pci perché non hanno fatto autocritica e li invita a lasciare il campo. Ma dei vecchi miglioristi due sono gli autorevoli esponenti in campo: Napolitano e Macaluso. Macaluso occupa solo il campo della lotta delle idee e non gli si può impedire di parlare e di scrivere. E’ fuori dal Pd per eccesso di “autocritica”. Diversa è la posizione di Napolitano. Parla, scrive e occupa il posto di presidente della Repubblica. E’ questa la posizione che deve lasciare? Vorremmo capire meglio il pensiero di Galli della Loggia, ma soprattutto vorremmo sapere se è in corso la preparazione della campagna d’autunno, quando la crisi economica e finanziaria toccherà l’osso scoperto del paese; quando le riforme saranno bloccate; quando il semestre italiano in Europa finirà nell’irrilevanza. Fraterni saluti

Rino Formica

Aspetto sempre l’autocritica dei giornalisti, in particolare quelli che hanno scritto di aver votato Grillo dopo la sua prima e unica affermazione elettorale.

4-Al direttore - Leggo con grande divertimento le riflessioni sulla sentenza di cui il giornale ha avuto il pregio di raccogliere in punta di ironia e di selvaggio malinconico vetero femminismo lo spazio nobile della verità che troneggia ancora tra i commenti del girotondo di alcune irriducibili. A cominciare dalla sua tonica consorte alla quale chiedo di essere generosa e donarci sprizzi e lazzi più frequenti di condanna senza appello del bigottismo nefasto di cui il nostro ancora Belpaese purtroppo soffre. Mi dedico molto volentieri ai temi dell’economia e del lavoro femminile con quella tenacia che cerca appunto di fronteggiare con ragionamenti e proposte concrete sul terreno delle politiche del fare la valanga di dogmi, settari e anacronistici strali che alcune  subalterne truppe cammellate retrovie delle frustrate cuoche di Lenin continuano a scagliare sul Berlusconi che ancora oggi ritengo uno sfrontato e borderline animale politico capace di stupire e di parlare a quell’Italia sazia di gossip e disperata per il suo incerto futuro (parafrasando il mio adorato bolognese cardinale), quell’Italia che vede nel Berlusconi un guerriero un po’ ammaccato, ma pur sempre in pista da un ventennio – unico leader all’insegna della libertà – che tiene testa al nuovo che zoppicando avanza.

Alessandra Servidori 

Complimenti per la tenacia, ci dia dentro con le politiche del fare.

5-Al direttore - Ho letto una curiosa affermazione di Francesca Pascale: “Ho riconosciuto gli errori commessi in passato da molti esponenti del centro destra”. Gli errori cui la signora si riferisce sono quelli legati alla mancata sponsorizzazione dei valori incarnati dalle organizzazioni Lgbt. Non è ben chiaro rivestendo quale ruolo Pascale possa stendere una pietra sopra gli “errori” del passato, forse però converrebbe tenere presente che fra i milioni di votanti Berlusconi molti sono i cattolici, pochi dei quali trasferitisi nel Ncd. Con questa politica di revisione degli errori non so quanti ne rimarranno.

Angela Pellicciari

La Francesca Pascale è chiacchierina, opportune et importune, ma c’è diritto di parola.

6-Al direttore - E adesso? E adesso, quei mascalzoni che, nascosti dietro al condizionale, hanno denigrato, deriso e umiliato Silvio Berlusconi senza tregua, masturbandosi sulle intercettazioni telefoniche, adesso, dicevo, con che faccia e con quale firma avranno il coraggio di svolgere il loro prezioso lavoro sperando ancora d’essere credibili? 

Rodolfo Maida

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