La Bce abbassa il costo del denaro allo 0,15%
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è il minimo storico
L'istituto di Francoforte tenta di arrestare la corsa della deflazione. Tassi sui depositi negativi. Nuove misure per sbloccare il credito. Ma la crescita va a rilento
La Banca centrale europea ha abbassato il costo del denaro portandolo al minimo storico. L'istituto di Francoforte ha tagliato di dieci punti base il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, allo 0,15 per cento. Inoltre, il tasso sui depositi delle banche è sceso di 10 punti diventando, per la prima volta, negativo. Anche il tasso marginale è stato tagliato di 35 punti arrivando allo 0,40 per cento. Le misure della Bce tentano così di rispondere al rischio deflazione nell'Eurozona.
La decisione, che ha confermato quanto atteso alla vigilia, hanno avuto effetti positivi sulle Borse europee: Milano ha guadagnato l'1,3 per cento, Parigi lo 0,9 per cento e Francoforte lo 0,4 per cento. Lo sperda tra Btp e Bund tedeschi inoltre ha frenato, calando a 154 punti base.
Il presidente della Bce, Mario Draghi è intervenuto in conferenza stampa per spiegare le misure adottate dall'istituto. [Leggi il testo integrale dell'intervento di Mario Draghi].
"Vogliamo assicurare credito all'economia reale", ha detto Draghi, aggiungendo che questa è la principale motivazione, accanto alla mission di mandato di "tenere l'inflazione sotto ma vicina al 2%".
"I tassi di interesse chiave della Bce resteranno agli attuali livelli per per un esteso periodo di tempo", ha aggiunto Draghi, smentendo così quanto si era invece augurato, prima dell'annuncio della riduzione dei tassi, il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schauble. Il ministro del governo Merkel aveva infatti dichiarato di aspettarsi che i tassi di interesse bassi per l'Eurozona fossero solo una soluzione temporanea. Schauble aveva aggiunto che la Bce avrebbe presto ribadito l'assenza di un rischio serio di deflazione. "Il livello di tasso di interesse non è una soluzione permanente, ma transitoria", aveva precisato Schauble ai giornalisti dopo aver visto il suo collega italiano Pier Carlo Padoan. Un rischio, quello della deflazione che al momento non è pervenuto all'Eurotower ma che è comunque meglio prevenire con la riduzione uilteriore dei tassi per un tempo maggiore rispetto a quanto Berlino si augurava. Alla Bce "non vediamo deflazione" all'orizzonte, ha sottolineato Draghi, osservando come manchino alcuni segnali di deflazione: "Non vediamo famiglie che rimandano acquisti ne' altri aspetti di questo fenomeno" ha affermato.
Il Consiglio direttivo della Bce, ha continuato Draghi in conferenza stampa, ha deciso inoltre il varo di due nuove iniezioni di liquidità (Ltro), la prima a settembre e la seconda a dicembre 2014, che dovrebbero favorire le operazioni di rifinanziamento a lungo termine. Draghi ha precisato che i rimborsi potranno iniziare dopo 24 mesi e che il tasso di interesse sarà quello di riferimento della Bce aumentato di 10 punti. L'istituto di Francoforte ha poi stabilito l'acquisto di titoli Abs (Asset-backed securities), le obbligazioni emesse a fronte di cartolarizzazione e garantiti da prestiti e mutui che la Bce accetta dalle banche. Si tratta di misure che la Bce intende aiutare nell'ambito di un vasto pacchetto di aiuti e incentivi all'economia.
D'altronde, parlando della bassa crescita economica nell'Unione, Draghi ha sottolineato come la ripresa "resta moderata" e i rischi sulla crescita "restano al ribasso". A pesare è, soprattutto, "una domanda interna più debole del previsto". La Bce ha così rivisto le proprie proiezioni macroeconomiche per il prossimo triennio: come ha spiegato Draghi, la crescita 2014 dell'Eurozona è stata rivista al ribasso all'1% mentre quella per il prossimo anno è stata rialzata all'1,7%. Per il 2016 gli analisti dell'Eurotower prevedono una crescita dell'1,8%. Le stime sull'inflazione sono state riviste al ribasso: sono allo 0,7% per il 2014, all'1,1% per il 2015 e all'1,4% per il 2016. Pertanto, ha detto il presidente della Bce, i governi dell'area Euro "devono continuare a spingere sulle politiche fiscali e sulle riforme strutturali".
© - FOGLIO QUOTIDIANO, 5 giugno 2014 - ore 14:52