Grillo voleva processare i politici, ora tocca a lui
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Chi la fa, l'aspetti.
di Massimo Tosti Italia Oggi, 31.5.2014
Appena una settimana fa Beppe Grillo annunciava i processi contro i politici e i giornalisti. Adesso è lui sotto processo, messo sotto accusa dai suoi stessi seguaci. Rischia di fare la fine di Robespierre (per fortuna, senza ghigliottina). Nelle scorse settimane aveva promesso che, in caso di sconfitta, avrebbe lasciato la politica. Adesso oppone un ragionamento causidico: «C'è chi ha chiesto le mie dimissioni (non si sa da cosa)». Un ragionamento cartesiano per evitare di trarre le conseguenze di una sconfitta, digerita agevolmente con l'assunzione di una pasticca di Maalox. Ma intanto, nel Movimento 5 Stelle, i pretoriani sono in rivolta. Contestano la violenza verbale con la quale il loro leader (o ex?) ha condotto la campagna elettorale. Dimostrano di non sopportare più il guru Casaleggio (ora accompagnato dal figlio Davide, la Marina dei grillini). Si interrogano (democraticamente, come accade quando il dittatore è in declino) sull'immagine futura del movimento, sulle tattiche e le strategie da adottare per superare l'ininfluenza dell'anno trascorso in parlamento. Qualcuno è tentato di lasciare il gruppo parlamentare (senza essere espulso, come è capitato a molti altri) per avviare un dialogo con le altre forze politiche. Si affaccia sulla scena la nemesi, protagonista delle tragedie greche.
Sembra che Grillo e Casaleggio siano imbufaliti e che meditino di aprire come una scatola di sardine i gruppi parlamentari del movimento. Ovvero: di indire un Vaffa Day dedicato espressamente ai ribelli. Come sosteneva De Coubertin, bisogna saper perdere. Il M5S non ha ancora imparato e si è immerso in uno psicodramma un po' comico (alla Grillo d'antan), un po' tragico (alla Casaleggio attuale). L'elaborazione della sconfitta non è ancora partita e il Maalox non ha ancora fatto effetto. Molti grillini (affetti dal complesso di Edipo) meditano di uccidere il padre. Un grillicidio preterintenzionale (che garantisca le attenuanti ai responsabili) per liberarsi «a loro insaputa» di un boss che rifiuta di finire a Cesano Boscone ad assistere i suoi coetanei. La ricetta Renzi dilaga ovunque. Largo ai giovani. Rottamazione libera, a costo zero.