Cambio di linea. Da oggi Obama rompe
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gli indugi sulla Siria e addestra i ribelli
Atteso discorso di politica estera a West Point. Si annuncia un programma contro Assad e lo Stato islamico
Oggi alle quattro di pomeriggio il presidente americano, Barack Obama, tiene il discorso di fine corso ai cadetti dell’Accademia militare di West Point. Domenica il New York Times ha anticipato che Obama annuncerà in questo discorso cambiamenti significativi in politica estera e ieri il Wall Street Journal ha scritto che il presidente “è vicino all’autorizzazione di un programma militare d’addestramento per i ribelli moderati siriani, perché combattano contro il regime di Bashar el Assad e contro i gruppi legati ad al Qaida”.
Il presidente cambia linea sulla Siria, dopo anni di immobilismo deliberato – per una serie di motivi, tra cui il timore di interferire con i negoziati atomici in Iran e il timore di aiutare gruppi vicini ad al Qaida. Il suo ex capo del Pentagono, Bob Gates, il suo ex segretario di stato Hillary Clinton e pure quello attuale, John Kerry, e il suo ex direttore della Cia, David Petraeus, in passato gli avevano chiesto di fare di più a favore di una parte dell’opposizione siriana, ma senza successo. A febbraio Kerry ha incontrato Petraeus per una consulenza privata sull’appoggio all’insurrezione.
Un programma d’addestramento dei ribelli c’è già, ma è affidato alla Cia e quindi è di dimensioni ridotte e (in teoria) è clandestino – in un campo d’addestramento in Giordania. Il numero di ribelli addestrati ogni mese è ora basso, al punto da essere ininfluente sul corso della guerra, secondo fonti a conoscenza del programma. Se però l’addestramento passerà sotto la responsabilità pubblica del Pentagono, sarà sicuramente più vasto. Da due mesi alcune brigate ribelli stanno ricevendo missili controcarro nell’ambito di un cauto programma pilota (per vedere se le armi sono poi cedute anche ai gruppi estremisti). L’Amministrazione americana vuole rafforzare i ribelli anche perché – o soprattutto? – combattano contro i gruppi estremisti come Jabhat al Nusra e lo Stato islamico. Quest’ultimo conduce un’efficace campagna di terrore nel vicino Iraq contro il governo del primo ministro Al Maliki. Ieri Obama ha annunciato anche l’intenzione di lasciare diecimila soldati in Afghanistan alla fine del 2014, che è la cifra che gli hanno raccomandato i generali del Pentagono (ma non c’è accordo con Kabul).
FQ. di Daniele Raineri – @DanieleRaineri, 28 maggio 2014 - ore 12:17