Miglior scenario, peggior scenario. Che effetto

avranno le europee sul governo Renzi e sul Quirinale

Beppe Grillo, dopo la pirotecnica performance da Vespa, ieri lo ha ripetuto di nuovo e ha detto che il 5 stelle vincerà le europee, costringerà Renzi a dimettersi e metterà Napolitano nelle condizioni di sciogliere le Camere. Vincere le elezioni per Grillo è una questione vitale che condizionerà il suo percorso politico (“O vinciamo, o stavolta me ne vado a casa. E non scherzo”, ha detto Grillo a Rep. il 3 aprile 2014). Ma nonostante i sondaggi segreti indichino uno scenario in cui lo scarto tra Pd e Grillo è elevato, in queste ore a Palazzo Chigi viene sfogliata la rosa degli scenari possibili per il dopo elezioni e la rosa dice questo. Lo scenario dell’apocalisse, con Grillo che vince le elezioni, non è contemplato ma qualora dovesse manifestarsi costringerebbe Renzi a prendere atto della bocciatura e a studiare le pratiche per un nuovo governo (le elezioni no, con Grillo forte Napolitano avrebbe una ragione in più per non prendere in considerazione lo scioglimento delle Camere). Lo scenario “Forza Italicum” prevede invece un quadro di questo tipo: Pd primo partito, Forza Italia tiene (20 per cento), la galassia del centrodestra supera il 34 (con Alfano, Berlusconi, Salvini, Meloni, Casini) e secondo questa logica l’Italicum sarebbe salvo. Ragionamento: se il centrodestra avesse la garanzia di arrivare al ballottaggio sarebbe incentivato a lavorare per una legge come l’Italicum capace di aggregare i partiti e penalizzare i leader come Grillo che si presentano senza alleati (anche se in realtà la legge proporzionale della Consulta darebbe a Berlusconi la certezza di essere decisivo anche nella formazione del prossimo governo). Gli altri scenari studiati da Renzi prevedono tre variabili importanti. La prima è alla voce “30 per cento” (se  supererà questa soglia Renzi farebbe passare la performance come un “ego te absolvo” dato dagli elettori al suo arrivo a Palazzo Chigi senza essere passato per le elezioni). La seconda è alla voce “Tsipras chi?” (se la lista non dovesse raggiungere il 4 per cento, molti parlamentari di Sel potrebbero entrare nel Pd). La terza è alla voce “elezioni anticipate” (a Palazzo Chigi dicono che Renzi, in caso di successo, sarebbe tentato dal voto ma finché non ci sarà una nuova legge elettorale il governo durerà). Lontano da Chigi, invece, qualcuno osserva la campagna con uno sguardo rivolto non tanto ai riflessi che il voto avrà sul governo quanto a quelli sul Quirinale. Un nome su tutti: Giuliano Amato. Il prof. è convinto che se il voto dovesse premiare Grillo il successore di Napolitano dovrà avere un profilo capace di garantire le istituzioni, e da qualche giorno l’ex premier ha cominciato la sua campagna per il Colle. Triangolazioni. Incarico all’ex ministro Bray di sondare il consenso di Amato nei gruppi parlamentari. Incontri discreti (l’ultimo, a parlare proprio di post Napolitano, a Roma, due giorni fa, alla sede della fondazione Italia Decide, con Gianni Letta e Luciano Violante). E una convinzione: più voti prenderà Grillo e più saranno le possibilità che il prossimo presidente sarà scelto da questo Parlamento con criteri emergenziali simili a quelli usati per rieleggere Re George.

FQ. di Claudio Cerasa   –   @claudiocerasa, 21 maggio 2014 - ore 06:59

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