Il fondatore di Greenpeace accusa gli ecologisti
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di “crimini contro l’umanità”
Opponendosi all’introduzione in Africa del riso ogm, Greenpeace e gli altri ecologisti si sono macchiati di “crimini contro l’umanità”. Ad affermarlo è stato Patrick Moore, icona verde e fondatore di Greenpeace, che oggi manifesta di fronte alle sue sedi inglesi. “Ci sono 250 milioni di bambini che vivono ai tropici e che mancano di vitamina A”, ha detto Moore. “Il golden rice può dare loro questa vitamina”. Diventato oggi un critico dichiarato del gruppo che un tempo ha lanciato assieme ad altri cinque paladini dell’ambiente, Moore sottolinea “realisticamente i notevoli benefici potenziali” che le coltivazioni geneticamente modificate possono apportare “all’ambiente, alla salute e all’alimentazione umana”.
Moore considera la guerra agli organismi transgenici “il caso più eclatante di ecologismo fuorviato” che la storia ricordi. “Ogni sciocco sensazionalismo messo in piedi da attivisti privi di ogni cultura scientifica finisce immediatamente nel telegiornale della sera. Il golden rice, una coltura geneticamente modificata che può contribuire a prevenire la cecità in mezzo milione di bambini l’anno, viene respinto da questi anti-umanità, che danno la precedenza alle proprie paure infondate invece che alla povertà nel mondo. L’Unicef stima che ogni anno due milioni di bambini muoiono per la mancanza di vitamina A. Il loro sangue è sulle mani di chi rende impossibile usare il golden rice”.
Un anno fa una delle più autorevoli riviste scientifiche, l’American Journal of Clinical Nutrition, ha dimostrato che il golden rice ha fornito a un gruppo di bambini cinesi un quantitativo ottimale di vitamina A. Greenpeace ha risposto distruggendo una piantagione di riso biotech nelle Filippine. Il movimento ambientalista ha condotto una campagna contro il riso dorato per più di un decennio, dicendo che si tratta di un diversivo inutile dalle reali cause di carenza della vitamina A. Moore controbatte dicendo che è “criminale” cercare di ingannare la gente in occidente dicendo che ci sono valide alternative al “riso d’oro” e che la tecnologia non è ancora pronta. “Dicono che è meglio mangiare secondo una dieta equilibrata con foglie verdi. Ma questi bambini non hanno accesso alle foglie fresche; vivono nelle baraccopoli urbane in condizioni di estrema povertà”. Moore ritiene inoltre che la vitamina in pillole non sia la risposta. “Ci sarebbe bisogno di fornire pillole di vitamine per 250 milioni di bambini”. Secondo Moore, alla creazione di Greenpeace nel 1970 c’era la convinzione che gli esseri umani dovessero essere parte della soluzione ai problemi ambientali del mondo. “Ci siamo opposti ai test nucleari perché eravamo contro la guerra nucleare, questa è stata la ‘pace’ di Greenpeace. Ma poi gli esseri umani sono stati raffigurati come i nemici della terra”.
Patrick Moore fa parte di una cinquina di padri nobili dell’ambientalismo convertiti all’ogm. Come Stewart Brand, nomen omen dell’ecologismo americano e fondatore della rivista The Whole Earth Catalog che vive a bordo di un rimorchiatore nella baia di San Francisco e che ha parlato a favore di “ogm vantaggio per la salute”. Come James Lovelock, il pioniere di Gaia, o George Monbiot. Come Norman Borlaug, premio Nobel per la Pace e “padre della rivoluzione verde”, a cui l’Accademia delle scienze degli Stati Uniti ha assegnato uno dei suoi premi più prestigiosi, la Public Welfare Medal, per la varietà di frumento resistente alle malattie che Borlaug aveva messo a punto e che ha scongiurato una catastrofe che avrebbe causato tra i 245 milioni e un miliardo di morti.
Così Borlaug ha difeso gli ogm: “Se avessimo dovuto produrre la quantità di cerali prodotta nel 1999 con le rese per ettaro del 1961 ci sarebbero voluti altri 850 milioni di ettari di terra fertile, ossia ci sarebbe servito radere al suolo e coltivare l’intera foresta amazzonica”. O come Mark Lynas, l’attivista radicale e violento che distruggeva personalmente coltivazioni ogm, passato di recente alla campagna per la diffusione del biotech. “Il dibattito sugli ogm è finito, non abbiamo più bisogno di discutere se siano o no sicuri”, ha detto Lynas. “Delle persone sono morte per aver scelto il biologico, ma nessuno è morto per aver mangiato ogm”. Nei giorni scorsi, perfino Peter Singer, il padre dell’utilitarismo filosofico, il paladino dell’ecologismo autore di “Come mangiamo”, ha spiazzato i fanatici dell’ecologismo vergando un saggio a favore del dannato riso Frankestein: “Gli ogm hanno un ruolo pubblico positivo”.
FQ. di Giulio Meotti, 27 febbraio 2014 - ore 10:21