A Volte ritornano. I Democristiani

Un altro tassello nel percorso di ricomposizione

dell'arcipelago democristiano. Questo l'obiettivo del libro di Publio Fiori «A volte ritornano. I cattolici per una nuova stagione politica», edito da Pagine, presentato a Palazzo Ferrajoli.

«Abbiamo scelto una data non casuale, il 3 dicembre infatti Don Sturzo lanciò l'appello agli uomini uomini liberi e forti, con il quale ebbe inizio la grande avventura dell'impegno politico dei cattolici», spiega Fiori. Sala piena per ripercorrere la storia della democrazia cristiana del secondo dopoguerra a oggi e soprattutto per analizzare le prospettive politiche future, con un interrogativo sulle potenzialità di un nuovo movimento cattolico.

«È sempre più diffusa l'esigenza di un soggetto che parli di giustizia sociale, solidarietà, sussidiarietà e progresso non solo economico ma anche spirituale - continua Fiori - Sono oltre 400 i movimenti politici nati spontaneamente nel territorio che si rifanno ai valori e alla tradizione cattolica. Il nostro intento è quello di realizzare una Federazione che abbia la forza per riproporre il popolarismo al centro della società italiana».

Di opinione diversa l'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti: «Non è possibile tornare indietro perché si è prosciugata l'acqua che consentiva la vita di quei partiti. Democratici cristiani e comunisti sono stati fondamentali nei gloriosi trenta anni post-Costituzione, ma ormai siamo in un altro periodo della storia. La funzione del Partito comunista italiano praticamente la svolge Papa Francesco combattendo l'idolatria del denaro. La verità è che la politica ormai non è più in grado di influenzare l'economia, è stata fagocitata dal mercato. Stiamo vivendo una fase di mutazione genetica, si va verso un Partito democratico di massa».

Una finestra aperta anche sull'attualità con Matteo Renzi al centro del dibattito. «È un personaggio nuovo, quindi è un passo in avanti ma mi sembra una derivazione del Berlusconismo - sottolinea Fiori - Non vedo un suo programma politico ben delineato».

«Il problema è che dal 1994 in poi ciascuno ha immaginato di sostituire il radicamento culturale comune con il leaderismo. Ciò ha portato inevitabilmente a una frantumazione dei partiti», spiega Cirino Pomicino che conclude con una stoccata al presidente del Senato Grasso sulla vicenda della decadenza di Berlusconi. Per Cirino Pomicino, infatti, «spettava a lui dare un'interpretazione chiara del regolamento. Non si può fare il presidente del Senato senza aver mai amministrato neanche un condominio».

Andrea Barcarioli per "Il Tempo", 5.12.2013

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