Politicismo antieconomico. Il Pd spinge

Letta a piegare lo stato di diritto per ragioni elettorali

Il Partito democratico sta riempiendosi la bocca con il “principio di legalità”, lo stesso che il governo – sulla spinta del partito di riferimento del premier – sta violando. Il caso più evidente è l’assunzione dei precari in deroga alle regole sui concorsi per l’ingresso nella Pubblica amministrazione, con una violazione dell’eguaglianza di trattamento a danno di chi questi concorsi li fa e li vince. E con un onere per la finanza pubblica ingiustificato che si vorrebbe coprire con nuova fiscalità. C’è poi il rinnovo della Cassa di integrazione in deroga, una misura eccezionale che rischia di diventare permanente, violando il criterio per cui le leggi debbono avere carattere generale. E che dire della violazione della regola di “non retroattività” delle sanzioni amministrative in materia tributaria del Codice del contribuente, che verrebbe perpetrata stabilendo la retroattività della legge Severino nel caso di Silvio Berlusconi? Un precedente pericoloso  per tutti i contribuenti. C’è poi una possibile violazione del principio di legalità da parte del governo col progetto di modifica della legge sull’Opa mentre è in corso l’acquisizione spagnola di Telco che controlla Telecom. Stabilire che non c’è bisogno di possedere il 30 per cento del capitale sociale per far scattare l’obbligo di Opa, ma soltanto il “controllo di fatto”, introdurrebbe un fumoso criterio discrezionale. Simile a quello applicato dalla Cassazione a Berlusconi per condannarlo per un reato fiscale per cui l’amministratore delegato della stessa società è stato assolto. La certezza del diritto, cardine del principio di legalità, cede così il posto al dirigismo dello stato. Prevale la politicizzazione ad hoc, fine soltanto all’eliminazione di Berlusconi e a piccoli favori dal sapore elettorale.

© - FOGLIO QUOTIDIANO

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