La pulizia etica. La testa del Cav. non basta

vogliono bandire la sua eredità politica

I malmostosi non si accontenteranno del berlusconicidio. E’ bene dirselo fin da subito: non ci sarà più spazio per le mezze misure e le escogitazioni moderatrici. Dice niente la ripresa dell’attacco contro Giorgio Napolitano da parte dei soliti manettari, nuovamente impettiti, sempre più indisponenti e intolleranti nella caccia al bersaglio grosso da trascinare nella palude del processo sulla così detta trattativa stato-mafia?

Ma non è tutto. Domati i fuochi di fine Cav., il piano di pulizia etica evocato ieri da Ezio Mauro contempla anche l’espianto del più notevole contributo berlusconiano all’avanzamento della vita politica e civile italiana: il maggioritario, la logica bipolare in nome della quale per vent’anni gli elettori hanno potuto scegliere tra due blocchi alternativi candidati all’egemonia nel governo della nazione. Il direttore di Rep. non è un Travaglio senza bava alla bocca, eppure tracima oltre il limite della sensatezza quando oppone alla “eversione bianca” berlusconiana la necessità d’una bonifica politica, parlamentare e nella pubblica opinione. Una volta eliminato il Cav. a colpi di machete politico-giudiziario, si vorrebbe procedere con una derattizzazione culturale del berlusconismo e dei berlusconiani, con l’effetto di frantumarne l’eredità politica, prosciugandola come una pozzanghera o annettendosene le spoglie all’interno di un nuovo ancien régime privo di antagonisti e outsider. E’ un’utopia regressiva sempre meno irrealistica, una barbarica operazione distruttiva sfacciatamente mossa dalla volontà di costruirsi una “destra moderna” su misura, cioè pulviscolare, tremebonda, minoritaria. In una parola, derattizzata. Foglio, 28/9

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