Unione dei Comuni per servizi e fusioni. Differenze

Passando negli anni attraverso sporadiche

“ Associazioni fra i Comuni per la gestione dei servizi”, un fiume in piena avanza fra i comuni veneti per creare   una “ UNIONE DEI SERVIZI fra Comuni”  che poi prende anche il nome di “Federazione dei… “ come nel Camposanpierese.  Dove c’è più coraggio politico, a questa sovrastruttura, poche , di secondo grado, che costa, vengono dati in gestione anche i PAT (Piano di attuazione territoriale ex Piano regolatore). Direi che una prima distinzione politica di questi strumenti associativi, consiste proprio in questa scelta “ si Pat in gestione no Pat,che, se fatta,  dimostra determinazione politica  e voglia di superare gli interessi locali sulla destinazione e utilizzazione del territorio fin qui imperanti nei singoli comuni e anche potente mezzo di raccolta dei consensi.

Il problema è che la maggioranza dei comuni che andranno in Unione, ha già fatto un suo Pat seguendo una legge regionale che ha oltre 14 anni e quindi avranno, penso, da mettere in piedi un piano detto PATI (Pat intercomunale)di integrazione.  Il che richiede ancora soldi ancora per l’adattamento,  Con questo tipo di Unionedei Servizi,  i vari consigli si riservano la facoltà, salvo nostro errore, e in autonomia  delle azioni spettanti  come la nomina di membri nei vari Consigli di Amministrazione et similia conservando tutto il potere politico ancora disponibile. E sensibile.

Non bisogna però confondere queste Unioni per i servizi con le UNIONI PER LE FUSIONI DEI COMUNI pur suggerite dalla Regione nel 2004. Ci sono timide esplosioni anche qui nel trevigiano, mi pare S.Polo e Ormelle ma l’impressione è che nessuno voglia abdicare, politica e corpo amministrativo che va coinvolto, allo stato divisorio attuale per arrivare ad un unico Consiglio Comunale, un Sindaco e una Giunta.

A quando questa nuova piena del fiume? Visto il procedere guardingo della politica, penso che avverrà solo con una legge Regionale o Statale  ad hoc che le impone.

P,S. Da notare che maggioranza e opposizioni di Conegliano e Vittorio Veneto non si sentono  toccate da questo problema e tacciono colpevolmente, impegnate nella politica “del tombino”

Walter Cadorin – OPACT

23/7

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