La vendetta di S&P: Italia declassata.

La vendetta è arrivata, postuma, a orologeria, nel momento

peggiore, quando l'Italia stava rialzando la testa. Standard and Poor's, offesa da un'inchiesta delle procura di Trani che ipotizza da due anni, una “serie di artifici concretamente idonei a provocare una destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizio dell'Italia", oggi s'è vendicata abbassando il nostro rating. Al momento giusto, come in un delitto perfetto, su mandato del cameriere, il Fmi, per uccidere nel silenzio della Ue qualsiasi tentativo del governo Letta di rilanciare la ripresa con manovrine di blocco di Imu, Iva e investimenti sull'occupazione. Non c'è un euro per fare nulla, ci dice l'agenzia di rating. Ma ormai chi gli crede? Ricordate la mail che un analista mandò ai suoi colleghi nei giorni del precedente declassamento, e tuttora agli atti della Procura? Ve la ricordo io. «Non è giusto scrivere nel rapporto dell’Italia che c’è un elevato livello di vulnerabilità ai rischi di finanziamenti esterni. Attualmente è proprio il contrario, uno dei punti di forza delle banche italiane è stato proprio il limitato ricorso/appello ai finanziamenti esterni o all’ingrosso...», scriveva tal Panichi. Su questo e altro, Forza Trani.

Il Portaborse, 9/7

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata