Figli cavie di tre genitori,

La sperimentazione autorizzata in Gran Bretagna è  arbitrio

La decisione della Hfea, l’autorità inglese per la fertilità e l’embriologia, di dare il via libera alla sperimentazione che dovrebbe portare al concepimento in provetta di esseri umani con tre genitori biologici, allo scopo dichiarato di scongiurare la nascita di bambini con disfunzioni genetiche legate al Dna materno, segna un nuovo salto di qualità nell’arbitrio tecnoscientifico mascherato con motivazioni terapeutiche, addirittura umanitarie. Della pericolosità conclamata di quella tecnica, già esperita negli Stati Uniti tra il 1998 e il 2002 e bloccata dopo la nascita di bambini malformati, siamo stati tra i primi a parlare in Italia, con un articolo di Assuntina Morresi (primo marzo 2013), così come del fatto che il presunto “ampio supporto popolare” sbandierato dalla Hfea per autorizzare la sperimentazione nelle cliniche britanniche sia in realtà stato sostanzialmente inventato (anche su questo, vedi il Foglio del 4 aprile scorso).

Stuart Newman, del New York Medical College, ha notato che per la prima volta un governo autorizza operazioni di “ingegneria genetica germinale” su vasta scala. Per capire su quali basi di sicurezza, basti pensare che la comunità scientifica è tuttora divisa tra chi ritiene che la modifica dell’un per cento del patrimonio genetico materno derivato dalla seconda madre sarebbe “insignificante”, mentre altri sostengono che si tratta di una parte vitale e fondamentale. La verità è che si vuol ridisegnare in laboratorio esseri umani, manipolandoli allo stato embrionale, senza conoscere neppure in parte le conseguenze di quelle manipolazioni. Niente di diverso da comuni cavie, in nome dell’eugenetica.

© - FOGLIO QUOTIDIANO

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