Debacle Marini-Bersani, sta salendo un nome

oltre le divisioni: Luciano Violante

Non è una sconfitta per Franco Marini. Il risultato della prima votazione per l’elezione del presidente della Repubblica è una debacle totale. Per cominciare per Pier Luigi Bersani, per il quale ora si prospetta un bel futuro a vendere le piadina sulla riviera romagnola.

Il segretario del principale partito italiano ha chiuso ieri un accordo che è sconfessato da larga parte del suo partito appena un’ora dopo l’annuncio, dal principale alleato e soprattutto dallo scrutinio. A Marini sono mancano 150 voti circa al raggiungimento del quorum. A cui andrebbero aggiunti altri 170 e passa che sulla carta avrebbe avuto l’ex presidente del Senato. Dunque sono oltre 300 i voti che sono mancati al candidato dell’accordo Pd-Pdl-Scelta civica. Il risultato del voto, quindi, è una totale sconfessione per il gruppo dirigente dei due principali partiti. Bersani inoltre sta tenendo in ostaggio l’intero Paese per quasi due mesi insistendo con il non dialogare neppure con il Pdl, poi ha deciso di parlarci e infine ha chiuso un’intesa che è naufragata miseramente.

Con questi risultati appare abbastanza evidente che anche Massimo D’Alema non ha i numeri necessari per passare. Sarebbe un ottimo candidato ma anche un altro candidato di divisione.

Al secondo voto il Pdl si asterrà, per rimandare la palla nel campo del Pd e rimarcare il fatto che le grandi divisioni sono dentro il partito di Bersani. Anzi, sono nel partito che non ne può più di Bersani.

A questo punto bisogna cercare un’altra candidatura. Per meglio dire una candidatura altra. O forse oltre. Una figura che sia in grado di andare oltre non solo gli attuali i partiti ma anche che sia in grado di andare oltre le divisioni laceranti dentro i partiti.

Per questo vedo salire Luciano Violante. Perché è un candidato che a cui il Pd non può dire di no. Ed è un candidato che garantisce anche il centrodestra e spaccherebbe il Movimento 5 Stelle.

Oppure bisogna andare a cercare una figura fuori dagli attuali schieramenti. Un nome che finora non è stato ancora pronunciato. Il Portaborse, 18/4

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