Oggi Il 95% dei medici pubblici sceglie l'intramoenia

L'intramoenia, cioè l'attività libero professionale dei medici pubblici,

è scelta nel servizio sanitario nazionale dal 95% dei medici, ma a distanza di 14 anni dalla Riforma sanitaria è ancora una chimera in almeno il 50% delle strutture sanitarie, dove non è stato possibile reperire gli spazi adatti per realizzare l'attività. La libera professione intramuraria, introdotta dalla Riforma Sanitaria del 1999, è regolata dalla legge 120 del 2007, che dava tempo alle regioni di adeguare le strutture pubbliche e rendere disponibili i locali destinati all'intramoenia entro il 31 dicembre 2012.

In attesa dell'adeguata ristrutturazione di Asl e ospedali, si prevedeva la possibilità per i medici dipendenti del servizio sanitario nazionale che optavano anche per la libera professione di esercitarla fuori dalle strutture pubbliche, nei propri studi quindi, laddove non fossero ancora state adottate le misure per garantire l'esercizio dell'attività. Il 30 aprile scade appunto la proroga per l'esercizio di tale libera professione intramoenia allargata.

Lo scorso marzo, però, è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni lo schema di contratto tra medici e azienda per esercitare l'intramoenia negli studi privati ad alcune condizioni. Il tagliando alla regolamentazione della libera professione dei medici del servizio pubblico, che prevede tra l'altro la completa tracciabilità di tutti i pagamenti, è stato fatto con il "decreto sanità", approvato in via definitiva lo scorso novembre.

Il provvedimento prevede appunto che si possa ancora esercitare l'intramoenia negli studi privati ma collegati in rete con le Asl, in via residuale, cioè solo laddove si sia verificata la effettiva mancanza di spazi all'interno delle strutture pubbliche e "previa sottoscrizione di una convenzione annuale rinnovabile tra il professionista interessato e l'azienda sanitaria di appartenenza". La sperimentazione, però, non è ancora partita. Italiaa Oggi, 17/4

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