Prodi, un’incongruenza curricolare
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(una laurea e un PhD in più). Il presidente presidenziabile reagisce male
a un banale accertamento fogliante sul profilo accademico Usa
Ecco i fatti, ricostruiti magistralmente da Marco Valerio Lo Prete, nostro capo dell’economia.
“Mercoledì. Mi accorgo che sul sito del Watson Institute e della Brown University, il profilo del professore Romano Prodi, lì ‘professor at large’, è associato a una lunga biografia che contiene un dettaglio del tutto nuovo, perlomeno per me. Si parla, in particolare, di due lauree e un dottorato in Economia alla London School of Economics (‘Prodi earned economics and law degrees from the Catholic University of the Sacred Heart in Milan and a PhD in economics from the London School of Economic and Political Science’). Vado subito a controllare sul sito web personale dello stesso Prodi, dove si legge invece che il professore avrebbe una sola laurea e che ‘si è specializzato alla London School of Economics, sotto la supervisione del prof. Basil Yamey, titolare della cattedra di Industrial Economics’. Mi incuriosisco.
Giovedì. Di mattina scrivo alla London School of Economics per chiedere se a loro risultasse che Romano Prodi aveva ottenuto un dottorato in quella prestigiosa università, come scritto sul sito del Watson Institute. La risposta arriva alle 16 e 34, firmata Daniel O’Connor, Press and Communications Officer della Lse: ‘Sembra che la persona che ha scritto il profilo per il sito del Watson Institute stia sbagliando. Infatti, mentre egli (Prodi, ndr) ha studiato alla Lse, non ha completato il suo dottorato presso questa istituzione’ (In inglese: ‘We’ve established that Romano Prodi undertook postgraduate research studies at Lse for a year in 1962-’63, so he is an alumnus of Lse. It seems that the person writing his profile for the Watson Institute website was mistaken however as, while he did study at Lse, he did not complete his PhD here’). Non specificano, dalla Lse, se l’anno di ricerca compiuto presso di loro consenta di qualificarsi ufficialmente come ‘specializzato’ al loro ateneo, ma questa è davvero un’inezia.
A questo punto ho scritto però al Watson Institute per capire l’origine dell’equivoco: curioso errore di battitura, inventiva dello stagista di turno della prestigiosa università americana oppure sbadatezza da parte di chi ha fornito la biografia? Nessuna risposta certa, se non una presa d’atto. ‘Sfortunatamente, l’informazione contenuta sul sito dell’Istituto alla quale lei fa riferimento è stata acquisita prima dell’arrivo dello staff che oggi lavora all’Istituto. Risultato: non siamo in grado di accertare le origini dell’informazione’. Quantomeno curioso che si ritenga responsabile del contenuto di un sito web di un ateneo ‘la precedente gestione’, ma tant’è. Dal Watson Institute si premurano di dirmi che trasmetteranno tutto agli uffici del professore Prodi. In serata è arrivata una smentita preventiva, e preventivamente fin troppo piccata – visto che le verifiche sulla vicenda erano ancora in corso, come d’abitudine –, dallo stesso diretto interessato: ‘Basta guardare sul mio sito web’. E poi magari correggere i siti di prestigiosi atenei, no?”.
Lo Prete ha fatto come sempre molto bene il suo lavoro per raccapezzarsi in questa incongruenza curricolare. Il presidente Prodi è stato spicciativo, sgarbato e una punta intimidatorio. La prossima volta chiami il direttore responsabile del giornale e precisi soprattutto al Watson Institute e alla Brown che non ha due lauree e non ha un PhD alla London School of Economics. Grazie.
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