Scoop Monte Paschi
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CI PENSA IL “WALL STREET JOURNAL” DI MURDOCH A FARE SCOOP SUL
MONTE DEI PACCHI! - 2. IN GRAN SEGRETO LA BANKITALIA DI DRAGO DRAGHI, TARANTOLA VIGILANTE, A OTTOBRE 2011 NEGOZIO’ UN PRESTITO DI QUASI 2 MILIARDI DI EURO A UN MONTE A CORTO DI SOLDI - 3. NÉ DRAGHI NÉ MUSSARI DIVULGARONO LA NOTIZIA DEL PRESTITO, PER NON CREARE PANICO SUI MERCATI. AL CONTRARIO, IN UNA CONFERENCE CALL CON ANALISTI E INVESTITORI, I VERTICI MPS DESCRISSERO LA POSIZIONE DI LIQUIDITÀ DELLA BANCA COME SOLIDA - 4. MPS AVREBBE RIMBORSATO IL PRESTITO ENTRO IL TEMPO STABILITO. MA LA MANCATA COMUNICAZIONE DELLA CARENZA DI GARANZIE REALI ALLA BCE E IL RICORSO AL PRESTITO HANNO AIUTATO A NASCONDERE LO STATO FINANZIARIO CRITICO DI MPS. E ORA L’EX GOVERNATORE E PRESIDENTE BCE RISCHIA IL “REATO DI MANIPOLAZIONE DEL MERCATO” –
DAGOREPORT, 7/2
Trad. da "The Wall Street Journal"
Monte dei Paschi di Siena, la banca italiana fondata 541 anni fa e ora al centro di uno scandalo finanziario, era così a corto di soldi alla fine del 2011 che ha negoziato un prestito segreto di quasi 2 miliardi di euro da parte della Banca d'Italia.
La Banca d'Italia decise di sottoscrivere il prestito a ottobre 2011 perché Mps, la terza banca del Paese, era a corto di liquidità ed aveva in gran parte esaurito le sue possibilità di impegni con la Bce, secondo Banca d'Italia. All'epoca, Mps era immersa in un vortice di problemi intrecciati: la digestione di una costosa acquisizione nel 2008 di una banca rivale e il valore in calo del suo portafoglio di titoli di Stato italiani, che indussero la banca a una corsa contro il tempo per ridefinire l'assetto dei propri impegni con una complessa struttura di operazioni di finanziamento".
Tali operazioni sono ora al centro di un'inchiesta per eventuali violazioni delle regole di mercato da parte della banca.
Né Bankitalia né Monte dei Paschi divulgarono allora la notizia del prestito, per la preoccupazione che la divulgazione creasse panico sui mercati finanziari, hanno detto persone vicine alla vicenda. Al contrario, in una conference call con analisti e investitori, i vertici di Mps descrissero la posizione di liquidità della banca come solida, perché l'istituto aveva coperto le necessità di rifinanziamento anche per il 2012.
Un portavoce del Monte dei Paschi non ha voluto commentare il prestito o la sua comunicazione da parte della banca in quel periodo.
Le banche non hanno un obbligo giuridico o normativo di rivelare il prestito di titoli. La Banca d'Italia ha fornito Mps con un patrimonio che il creditore commerciale potrebbe dare in garanzia alla BCE in cambio di prestiti e mutui. Mps avrebbe rimborsato il prestito entro il tempo stabilito. Ma la mancata comunicazione della carenza di garanzie reali alla Bce e il ricorso al prestito hanno aiutato a nascondere lo stato finanziario critico di Mps, dicono gli analisti e gli esperti.
"Questa è una sorpresa ... i dati di Mps suggeriscono che la banca aveva abbastanza liquidità", ha detto Fabrizio Bernardi, analista di Fidentiis, una società di intermediazione di Milano. "Conoscere questa operazione avrebbe potuto dare un quadro più preciso sulla liquidità del gruppo."
Il prestito del 2011 è l'ultimo esempio di operazioni finanziarie nascoste che stanno tormentando la banca di Siena. Le azioni di MPS sono crollate nell'ultimo mese. Le perdite ammontano a 730 milioni di euro su una serie di operazioni finanziarie che si sono succedute negli anni con le banche di investimento estere.
La procura di Siena ha messo l'ex direttore generale della banca, Antonio Vigni, e Presidente Giuseppe Mussari sotto inchiesta per possibile ostruzione delle autorità di regolamentazione e irregolarità in Borsa legate alla mancanza di informazione sullo stato finanziario complessivo della banca.
La banca ha rifiutato di commentare le accuse. I dirigenti non sono disponibili per un commento, e i loro avvocati non hanno risposto a telefonate ed e-mail.
Il prestito evidenzia anche la pressione a cui erano sottoposti i funzionari della Banca d'Italia mentre cercavano di contenere i danni che la banca avrebbe potuto provocare sul sistema finanziario globale del paese e sulla sua posizione nei mercati internazionali. Nell'autunno del 2011, il debito sovrano italiano era sotto forte pressione degli investitori, tanto che il panico che ne scaturì fece crollare il governo nel novembre dello stesso anno.
Il prestito allora "aveva lo scopo proprio di non creare più tensioni sul mercato, cosa che invece la comunicazione avrebbe fatto", ha riferito un funzionario della Banca d'Italia.
I guai del Monte dei Paschi sono cominciati con l'acquisizione della banca Antonveneta nel 2008 dagli spagnoli del Banco Santander. Nel 2011 la situazione degenerò con la crisi, peggiorando ulteriormente la sua liquidità.