La beffa dello studente modello espulso dalla Danimarca perché lavorava troppo
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Marius Youbi, originario del Camerun, ha dovuto lasciare il Paese. Protesta l’Università: «Assurdo, era il nostro ragazzo migliore»
Marius Youbi
Newsletter 09/01/2016 LIDIA CATALANO, LA STAMPA
Espulso dalla Danimarca perché lavorava troppo. Marius Youbi, uno studente camerunense di 30 anni, si è visto recapitare un foglio di via dal governo danese perché ha sforato il limite di 15 ore di lavoro alla settimana consentito agli studenti stranieri. Novanta minuti di troppo nell’impresa di pulizie che lo ha assunto part -time. Tanto è bastato per vedere sfumare il sogno di completare gli studi in ingegneria elettrica, a soli due semestri dal traguardo.
IL SOGNO INFRANTO
«Sono dispiaciuto e deluso, quattro anni e mezzo della mia vita sono andati in fumo», si è sfogato ai microfoni della tv pubblica DR poco prima di imbarcarsi all’aeroporto di Billund. «Mi stavo costruendo un futuro in Danimarca, è terribile dover dire addio a tutto questo». Il decreto di espulsione è scattato ieri, 8 gennaio. A nulla è servita la petizione lanciata dalla sua Facoltà per bloccare il provvedimento. «Abbiamo raccolto oltre 18 mila firme in pochi giorni, è un ragazzo di talento, il nostro studente migliore», ha assicurato Per Lysgaard, professore associato della Aarhus University. «È un provvedimento ingiusto, assurdo punire una persona perché ha lavorato più del dovuto». Davanti all’impiegato dell’ufficio immigrazione, Youbi ha provato ad obiettare che, sul computo annuale, la media complessiva non ha mai superato le 15 ore settimanali. Ma la replica è stata perentoria: «Ha infranto le regole, deve andarsene».
LA STRETTA DI COPENAGHEN
Negli ultimi mesi il governo danese, spinto dall’avanzata dell’ultradestra del DPP (il Partito della Popolazione Danese), che alle elezioni dello scorso giugno ha conquistato il 21% dei voti, ha inasprito le politiche migratorie. All’inizio del nuovo anno Svezia e Danimarca hanno sospeso Schengen reintroducendo i controlli alle frontiere. L’obiettivo dichiarato dal governo guidato da Lars Løkke Rasmussen è di ridurre drasticamente gli arrivi (l’anno scorso le richieste di asilo sono state circa 18.500) se l’Europa non si adopererà per arginare i flussi. Il mese scorso l’esecutivo ha presentato 34 iniziative anti-immigrazione, tra cui la proposta di consentire la confisca dei beni ai migranti per utilizzarli come contributo alle spese di gestione. Questa e altre undici hanno già ottenuto il via libera.
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