Soldi per “arginare” i profughi e avanti con l’adesione all’Ue: ecco le trattative con Erdogan

La Turchia riceverà (dall’Europa) tre miliardi di euro per gestire i migranti sul suo territorio e dovrà facilitare il rientro dei clandestini

Newsletter 29/11/2015 MARCO ZATTERIN DA BRUXELLES, La Stampa

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La versione finale della dichiarazione congiunta è pronta e i diplomatici giurano di non aspettarsi intoppi, così l’Unione europea e la Turchia - riunite per la prima volta in un vertice a ventinove - oggi tentano di regalarsi un lieve sospiro di sollievo per il dialogo che continua. Con l’aria tesa che tira dopo l’abbattimento dell’aereo russo, Erdogan può fare ordine sul fronte occidentale incassando 3 miliardi per non far andare i siriani in Grecia, sbloccando la liberalizzazione dei visti e rilanciando, quasi come sperato, il processo di adesione all’Ue. In cambio, dovrà «arginare il flusso dei migranti» e colpire i trafficanti. Il che, per Bruxelles, è «fattibile in pochi giorni».

È una relazione di interessi, perché una d’amore è attualmente esclusa. Solo due settimane fa la Commissione ha stigmatizzato le violazioni dei diritti fondamentali compiute dall’amministrazione turca, il maltrattamento dei giudici e dei giornalisti. Ce ne sarebbe abbastanza per gelare le relazioni, invece il dramma dei rifugiati fa inseguire un rapporto bilaterale che non potrà essere facile. Troppe cose si intrecciano, l’ondivago atteggiamento di Erdogan come le incertezza europee, finanziarie e politiche, sublimate dal caso di Cipro, Paese che - coi suoi veti - ha costretto gli ambasciatori a riunirsi di sabato mantenendo la suspense sino all’ultimo. Compromesso trovato alle ore venti. Salvo colpi di scena oggi è atteso un passo avanti. In quattro direzioni. 

VERSO L’EUROPA 

Qui si è discusso sino all’ultimo. Ankara tratta a corrente alternata dal 2005 l’adesione all’Ue. In principio frenavano gli europei (in testa la Francia sarkozista), poi è mutato l’umore di Erdogan. Sinora sono partite appena 14 delle 33 tappe negoziali su cui è organizzato il percorso: una sola è stata conclusa (Scienza e Ricerca). La dichiarazione odierna convocherà per il 14 dicembre una conferenza destinata a sfiocchettare certamente il capitolo 17 dell’agenda per l’adesione (governance economica). Gli sherpa anatolici ne vorrebbero altri, il 15 (Energia), il 23 (Diritti), il 24 (Giustizia), 26 (Istruzione) e il 31 (Politica estera e Sicurezza). Ma qui è saltato fuori il veto della divisa Cipro, per motivi ovvi e meramente interni. Aggirato all’europea: i cinque capitoli non sono nel testo congiunto, ma in una dichiarazione a latere della Commissione.

IL NODO DEI RIFUGIATI 

La Turchia, che ha sinora ospitato oltre due milioni di siriani, chiede aiuti finanziari. Molte decine di migliaia di migranti sono però passati, non senza che le forze dell’ordine chiudessero un occhio sui trafficanti di anime. Il piano di azione che verrà approvato in giornata vuole rallentare, se non arrestare, il flusso, oltre che disinnescare il business degli sbarchi. E Ankara s’impegna a «misure socioeconomiche» per l’integrazione di chi è nel Paese. 

I FONDI PER L’ACCOGLIENZA 

L’accordo è venuto volando alto. L’Europa promette di versare 3 miliardi ai turchi con l’accortezza di non dire come e quando, cosa che verrà decisa in una seconda fase. I negoziatori di Erdogan non volevano che lo stanziamento fosse «iniziale», pensando una sistematicità inaccettabile da queste parti, hanno ceduto. La Germania, con Regno Unito, Slovacchia, Danimarca e Olanda, è pronta a pagare il prezzo più alto pur di arrestare l’ondata migratoria, a patto che lo sforzo sia collettivo e la Merkel qualche paletto, leggi quote, lo sta mettendo. Altri - Italia, Francia, Spagna e baltici - auspicano un contributo dal budget Ue oltre i 500 milioni. Grecia e Cipro, non desiderano pagare e basta. Così si stabiliranno il principio e l’esborso senza spiegarli. Mogherini ricorda che i soldi «sono per i rifugiati e non per l’amministrazione».

IN EUROPA SENZA VISTO 

È una delle questioni che più sta a cuore ai turchi, la possibilità di entrare e uscire dall’Ue senza autorizzazione preventiva. Ankara si vota a rispettare gli adempimenti di sicurezza chiesti dai Ventotto che, in cambio, chiedono alla Commissione di programmare la fine dei visti entro ottobre 2016. Nella bozza della dichiarazione finale le due parti accettano la piena applicazione da giugno per l’accordo di riammissione dei

Categoria Esteromigranti illegali. In altre parole, chi può viaggiare in Europa avrà meno fastidi. E chi non può sarà rispedito indietro a stretto giro, passo che, ovviamente, apre anche all’inserimento di Ankara nella lista dei Paesi sicuri per i rimpatri, evoluzione sinora frenata da Berlino.

Categoria Estero

COMMENTI

Il Bullo. Ecco si comincia a capire il perché Erdogan ha abbattuto il Jet russo: far capire che lui è contro i Russi. La Merkel non si schiera  ma dirige le  operazioni: lei da una parte, la Francia dall’altra. L’itali in attesa delle decisioni altrui

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