Il tribunale dell’antirazzismo militante
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E’ illiberale portare Le Pen in aula. Conta il processo, non il verdetto
di Redazione | 24 Settembre 2015 Foglio
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La presidente del Front national, Marine Le Pen, il 20 ottobre comparirà davanti al tribunale di Lione per le frasi pronunciate sulle “preghiere nelle strade” dei musulmani. Per la prima volta Le Pen deve rispondere davanti a un giudice dell’accusa di “incitamento all’odio razziale”. Nel dicembre 2010 si era scagliata contro le “preghiere nelle strade” dei musulmani, paragonandole all’occupazione nazista della Francia durante la Seconda guerra mondiale. A trascinare in tribunale la leader francese è la crème dell’antirazzismo militante, come quel Collettivo contro l’islamofobia vicino a Tariq Ramadan. E’ lo stesso sistema giuridico francese che ha processato Michel Houellebecq, Oriana Fallaci e Charlie Hebdo.
ARTICOLI CORRELATI Cameron contro i "predicatori d'odio" islamisti nelle università inglesi Cos’hanno in comune tra loro Landini, Le Pen, Grillo e Salvini Se consentiamo alle autorità di mettere un prezzo alle parole di un giornalista o di un leader politico, per quanto drammatiche possano essere, non c’è modo di sapere quali opinioni saranno sanzionate in futuro. “Una opinione può essere falsa, sciocca, malsana, pericolosa, ma non può essere considerata un crimine, a meno che non credi nell’esorcismo”, ha giustamente scritto l’editorialista del Figaro Ivan Rioufol, lui stesso vittima della caccia alle streghe “islamofobe” nei tribunali di Parigi (ieri è stato assolto dalla stessa accusa Eric Zemmour). Il processo alla Le Pen è il punto di congiunzione tra una visione illiberale di tipo sovietico e l’ideologicamente corretto. Houellebecq, Fallaci e Charlie in tribunale se la sono cavata, ma non è la condanna il problema; il problema è il processo stesso, il diritto dello stato di processare le idee e l’immaginazione.
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Commento
Luca sorrentino • 9 ore fa
La Francia, a dirlo con Quasimodo, é sempre quella della fionda e della freccia, ha il sussiego della liberatrice, ma nelle sue vene corre ancora il sangue putrido colato dalla ghigliottina del Terrore. Cadono molti miti, insieme alla moralitá kantiana dei tedeschi trafitti dalla Volkswagen ora quello dei tribunali francesi, che sono ancora quelli della rivoluzione, non si era mai sentito né da noi, né in Francia che una religione fosse una razza. Basta impossessarsi di alcune parole, criminalizzarle e assumere tutti i nemici sotto quella categoria, il resto appartiene alla propaganda