Esclusiva: Bruxelles ha già iniziato la quarantena finanziaria attorno ad Atene
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La Direzione Generale Bilancio dell'esecutivo di Jean-Claude Juncker ha dato ordine a alcuni servizi di non procedere ad alcuni pagamenti per progetti nei settori della ricerca, delle tecnologie, delle telecomunicazioni, dell'ingegneria e della chimica
di David Carretta | 07 Luglio 2015 ore 11:47 Foglio
Bruxelles. Dopo Apple, Amazon, PayPal e altri colossi internet mondiali, che hanno smesso di accettare carte di credito greche, anche la Commissione europea si sta preparando a mettere in quarantena finanziaria la Grecia, a causa dei controlli sui capitali imposti dal governo dopo la rottura dei negoziati con i creditori. La Direzione Generale Bilancio dell'esecutivo di Jean-Claude Juncker ha dato ordine a alcuni servizi di non procedere ad alcuni pagamenti per progetti nei settori della ricerca, delle tecnologie, delle telecomunicazioni, dell'ingegneria e della chimica. “Per alcune banche greche c'è un rischio di bancarotta o mancanza di liquidità e quindi i beneficiari non sono sicuri se saranno davvero in grado di ottenere il denaro trasferito”, spiega un'email interna della Commissione, che il Foglio ha potuto consultare. “E' una procedura standard”, ma “i controlli sui capitali pongono effettivamente dei problemi”, rispondono dentro l'esecutivo comunitario: “Abbiamo ricevuto la richiesta di alcuni beneficiari di interrompere i pagamenti perché c'è il rischio che i fondi rimangano bloccati nelle banche greche e non raggiungano i destinatari”. Essendo soldi dei contribuenti europei, la Commissione ha il dovere di “monitorare” e “valutare” se il denaro dei fondi dell'Unione Europea arriva effettivamente ai beneficiari. La Commissione – spiegano dentro l'esecutivo Juncker – “non può permettersi di inviare soldi che poi verrebbero congelati e alla fine persi”.
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Gran parte dei pagamenti UE destinati alla Grecia, legati alla politica di coesione o a quella agricola, non sono toccati dal provvedimento. La Commissione continuerà a versare direttamente al governo greco i fondi strutturali o agricoli, malgrado il rischio che siano dirottati da Atene verso il pagamento di stipendi e pensioni. Gli eventuali controlli sull'uso dei fondi UE legati alla coesione o all'agricoltura sono delegati all'Olaf. Ma il congelamento dei pagamenti per i singoli progetti sulla ricerca e gli altri settori è un sintomo della gravità della situazione del sistema bancario greco. Per salvare le banche, il governo Tsipras potrebbe ricorrere a un bail-in anche sui depositi sotto i 100 mila euro, a una patrimoniale sui conti o a una conversione euro-dracma, che porterebbe a una svalutazione immediata del valore dei depositi. Di qui la richiesta dei beneficiari dei fondi di rinviare i pagamenti.
Accordo o meno nell'Eurosummit di questa sera, i controlli sui capitali sono destinati a durare. Alcune case farmaceutiche hanno arrestato le forniture, perché i farmacisti non sono in grado di effettuare i pagamenti all'estero. Apple ha interrotto servizi come iCloud, iTunes e App Store. PayPal impedisce di rifornire i suoi “wallet” dai conti greci. Ryanair accetta solo pagamenti in contanti alle sue biglietterie. L'impossibilità di effettuare gran parte dei pagamenti per i prodotti importati rischia di provocare penurie di beni di base, come la benzina. Tra le ipotesi allo studio a Bruxelles per fronteggiare lo scenario della “Grexit”, in particolare con un programma di aiuti umanitari per la popolazione, c'è la creazione di una “facility” destinata alla che consenta alla Grecia di pagare alcuni prodotti importati.
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