La Grecia può aiutare l'Ue a diventare adulta. Non va dimenticato che a questa situazione si è giunti
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perché la Grecia ha taroccato i conti, il rigorismo tedesco ha impedito un intervento immediato di salvataggio, il negoziato è stato contraddittorio
di Carlo Valentini , Italia Oggi 7.7.2015
In Grecia la partita è ancora tutta da giocare e archiviato il referendum si tratta di verificare in che modo far quadrare il cerchio. Non tutto si misura in termini monetari. L'intervento e le telefonate di Barack Obama sulla vicenda greca sono un messaggio chiaro: la Grecia è un paese di frontiera e deve continuare a marciare con l'Occidente, tanto più oggi che la Russia ha mire espansionistiche e l'Isis cerca di destabilizzare il Medio Oriente. Quindi va salvata a ogni costo. Ma chi deve pagare il conto?
La Grecia punta sull'appoggio degli Stati Uniti per ammorbidire le posizioni europee, certamente innervosite dal voto greco. Alexis Tsipras esce rafforzato dalle urne in patria ma non altrettanto in Europa e ha disperato bisogno dei prestiti europei che dovrebbero essere forniti da coloro che il suo ex ministro dell'economia, Yanis Varoukfakis, ha definito terroristi.
Il realismo politico vuole che la Grecia rimanga legata all'Europa, il realismo economico fotografa una condizione già di default, con Tsipras non in grado di interrompere l'agonia. Le condizioni che erano state contrattate prima del referendum potrebbero essere accettate da entrambe le parti e salvare capra e cavoli ma senza un drastico cambio di marcia della politica greca il problema si ripresenterà a breve e per l'euro una continua tensione monetaria potrebbe risultare più dannosa che il trauma di un'uscita (magari temporanea) dalla moneta unica.
Non va dimenticato che a questa situazione si è giunti perché la Grecia ha taroccato i conti, il rigorismo tedesco ha impedito un intervento immediato di salvataggio, il negoziato è stato contraddittorio.
Tsipras ha voluto la prova di forza elettorale.
Ma la moneta unica non è nata per un capriccio di qualcuno ma dalla constatazione che nel mondo globale la competizione avviene tra grandi aree. L'alternativa è la decadenza e quindi la perdita di reddito e di benessere. Però la moneta, da sola, non fa un continente. Quindi occorre procedere a una progressiva armonizzazione delle legislazioni dei singoli Stati non solo in campo finanziario ma anche sociale oltre a semplificare i meccanismi decisionali. L'Europa, anche imparando dalla vicenda greca, può diventare adulta.
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