Maintain Antarctica Great Again Trump mette a rischio anche il futuro dell’Antartide
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Intanto Russia e Cina vogliono approfittare della debolezza americana per aumentare la loro influenza
Camillo Corsetti Antonini 8.3.2025 linkiesta.it lettura4
La comunità scientifica internazionale, complici alcune operazioni scomode svolte durante il primo mandato dell’attuale presidente, guarda con apprensione alle mosse di Washington sul Polo
Dagli inizi della moderna esplorazione antartica, ovvero da quando nei primi anni Cinquanta del secolo scorso si svilupparono mezzi di trasporto affidabili per quello scopo molto particolare, gli Stati Uniti e l’allora Unione Sovietica hanno cercato di occupare una posizione egemonica in Antartide, sia pur all’interno degli angusti spazi consentiti dalle regole del Trattato Antartico (Washington, 1959): divieto di sfruttamento economico o per scopi bellici; divieto di attività militari e di ogni attività che implichi attività nucleari o depositi di materiale radioattivo.
Una situazione di sostanziale equilibrio che neanche il relativamente recente proliferare delle basi cinesi ha scosso più di tanto… ci si controlla l’un l’altro e si lavora dietro le quinte con le armi della diplomazia e del soft power per cercare di affermare una posizione autorevole, se non una vera e propria egemonia.
La “questione antartica” è la tutela dell’ultimo lembo di terra non antropizzato e rimasto, generalmente, non contaminato da inquinanti o attività di estrazione e sfruttamento delle risorse naturali. Ma questa condizione, più che per il suo valore intrinseco, ha un’importanza unica e straordinaria per la ricerca scientifica. In nessun’altra parte del mondo è possibile effettuare studi di biologia, fisica, zoologia, astronomia in condizioni così “particolari” come quelle; il clima e la lontananza del Polo Sud da ogni altro territorio abitato consente ricerca avanzata nei campi più vari, come lo studio della storia dell’atmosfera fatto attraverso i carotaggi di chilometri di ghiaccio – il progetto europeo Beyond Epica ha raggiunto a duemilaottocento metri di profondità il ghiaccio formatosi 1,2 milioni di anni fa.
La vita “pratica” in Antartide, soprattutto la logistica e gli spostamenti di uomini e mezzi, hanno sempre fatto affidamento sulla reciproca collaborazione tra le varie missioni, soprattutto con le basi americane, grazie alla loro grande capacità tecnologica e di disponibilità di mezzi. È pratica comune che gli aerei che fanno la spola con l’Oceania atterrino alla base statunitense di McMurdo, e da lì ci si sposta con mezzi più piccoli verso le destinazioni di ognuno.
Il ruolo statunitense in Antartide è oggi sotto attenta osservazione da parte della comunità scientifica internazionale perché una serie di scelte del governo degli Stati Uniti – già dal 2022 – stanno mettendo in discussione alcuni degli aspetti della presenza americana che, come detto, potrebbe comportare dei problemi non di poco conto per le altre trentaquattro nazioni del mondo che hanno una loro presenza al Polo Sud.
Nell’aprile 2022, ancora in emergenza Covid-19, la Direzione per le Geoscienze della Nsf avvisava che i protocolli di sicurezza avevano causato un tale arretrato di ricerche sul campo (tra il sessanta ed il settanta per cento di quanto programmato) che si rendeva necessaria una revisione dei progetti di ricerca, cercando di limitare al massimo la necessità di una presenza sul campo in Antartide. Oltre a questo, si accavallava un’altra serie di problemi logistici di grande impatto sulla ricerca: la base di McMurdo (la più grande e importante del Polo Sud) per necessità di importanti lavori di manutenzione, non sarebbe stata in grado di accogliere grandi missioni di ricerca per almeno quattro anni, oltretutto con delle limitazioni alla logistica locale. La base South Pole Station, anch’essa bisognosa di importanti lavori di ammodernamento, potrà accogliere solamente le missioni già programmate prima dell’emergenza Covid-19, ma non potrà accogliere nuove missioni fino al 2027. Gli aggiornamenti degli anni seguenti hanno confermato tutto, con l’aggiunta che la nave rompighiaccio “Laurence M. Gould” sarebbe stata in servizio fino al giugno 2024, ma non oltre.
Infine, nel 2024, la National Science Foundation sembra essersi arresa all’evidenza di una gestione impossibile e dichiara che per quell’anno, non solo non sarà avviato nessun nuovo progetto, ma che anche quelli già approvati saranno rimessi in discussione per valutare le opzioni possibili. E servisse dell’altro: anche la Guardia Costiera (Uscg) nel 2024 ha fatto sapere di essere indietro con la progettazione del nuovo rompighiaccio, ipotizzando per la sua consegna un ritardo di almeno tre anni.
Non bastasse tutto ciò, la presenza statunitense in Antartide soffre anche di una sorta di disinteresse da parte della politica americana: nessun alto funzionario del Dipartimento di Stato si è mai occupato delle questioni relative ai Poli ed è solo a maggio del 2024 che la Casa Bianca ha finalmente aggiornato le sue linee di politica antartica con una nuova Direttiva Presidenziale, in sostituzione di quella del 1994, che sostanzialmente riafferma tutte quelle linee di condotta in ossequio a quanto previsto nel Trattato Antartico.
L’amministrazione Trump, già nel suo primo mandato, si è subito occupata di Antartide richiedendo, ed effettuando, una serie di ispezioni a basi di altre nazioni (Corea del Sud, Cina e Italia) finalizzata al controllo sugli armamenti, senza peraltro rilevare alcuna violazione del trattato. Ma è sulla logistica e sulle infrastrutture che il confronto sarà particolarmente serrato: mentre la Russia ha un notevole numero di navi rompighiaccio, e la Cina sta rapidamente incrementando la propria flotta, gli Stati Uniti hanno siglato, solo a novembre 2024, un memorandum con Canada e Finlandia per la realizzazione di navi rompighiaccio all’avanguardia. Mentre per le flotte aeree nulla, dovendo ancora affidarsi ai Lockheed LC-130, un aereo progettato nel 1956, i cui esemplari più recenti sono entrati in servizio in Antartide nel 1976.
In questa situazione, tutt’altro che facile da affrontare, le varie Agenzie Federali coinvolte nelle questioni Artiche e Antartiche si devono oggi scontrare anche con i tagli ai finanziamenti e i licenziamenti di massa che la nuova presidenza Trump, con la faccia di Elon Musk, ha messo in atto: tra tagli ai fondi e licenziamenti indiscriminati, il rischio di una drastica riduzione delle capacità statunitensi nelle regioni polari è una minaccia incombente sulla ricerca americana e conseguentemente, come detto, di tutto il mondo. Questo accade mentre Russia e Cina stanno ampliando al massimo il tentativo di approfittare della debolezza statunitense per vedere aumentare la loro influenza nelle questioni antartiche. La situazione è tanto seria, e caotica, che alcuni degli scienziati americani sono stati licenziati mentre erano in missione in Antartide e – tra quelli non licenziati – molti non hanno più un capo ufficio o un responsabile del progetto a cui lavoravano a cui riferire.
La situazione è talmente caotica che non è da escludere qualche problema per la partecipazione di scienziati statunitensi alle riunioni consultive sul Trattato Antartico che si apriranno il prossimo 23 giugno a Milano.