No Jews, no news. Se non si può dare la colpa a Israele, i massacri in Siria non fanno notizia
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Mentre le operazioni militari israeliane sono scrutinate dettagliatamente dai media e condannate a priori, le stragi siriane passano sotto silenzio perché non forniscono spunti ideologici utili alla retorica dominante
10.3.2025 Iuri Maria Prado, linkiesta.it lettura2’
È esatto, ma incompleto, dire che i massacri di queste ore in Siria sfuggono all’esecrazione generale perché a commetterli non è Israele, l’entità coloniale e dell’apartheid che usurpa titoli democratici mentre lascia senza briglie il governo pieno di fascisti che rade al suolo Gaza. Banalmente: no Jews, no news. Vero. Ma quell’osservazione si perde un dettaglio che fa anche più increscioso – se paragonato al racconto dei “crimini” dello Stato Ebraico – il neutro cronachismo sulle carneficine siriane. E il dettaglio è che di queste altre mostruosità neppure si può dire, come si disse più o meno chiaramente a proposito di quelle del 7 ottobre, che si inquadrano in un contesto conflittuale capace di spiegarle, se non di giustificarle.
Non vale la pena di occuparsi troppo dei mucchi di cadaveri in Siria non soltanto perché non li ha fatti Israele, ma anche perché manca materia retorica per dire che non vengono dal nulla, che è quel che si disse degli ebrei sgozzati e bruciati vivi un anno e mezzo fa.
L’opera di liquidazione dei pogrom del Sabato Nero non si è completamente perfezionata proprio perché a impedirne la totale rimozione è intervenuta, e continua a intervenire, una pubblicistica impegnatissima nella manutenzione di una Memoria tutta particolare: tanto per capirsi, quella che d’accordo la condanna del 7 ottobre, ma non dimentichiamoci che Gaza era una prigione a cielo aperto.
Gli ebrei che seppelliscono i propri familiari assassinati dai nazisti di Gaza hanno il privilegio di non essere completamente dimenticati perché non manca mai qualcuno pronto a ricordare loro che portano la colpa di appartenere alla schiatta genocidiaria, o in ogni caso al Paese affidato ai governanti dell’oltranzismo messianico che per stare al potere si inventano una guerra.
È un privilegio che manca ai cristiani, ai drusi e agli altri arabi massacrati in Siria, spediti in trafiletto per l’efficace combinazione di quei due motivi apparentemente perplessi, e in realtà armonici: non è il piombo sionista ad averli abbattuti, e non si presta a nessuna imbastitura secondo la regola convenzionale il romanzo del loro massacro.
Tanto meno ha modo di manifestarsi, in questa temperie narrativa, la verità più importuna. E cioè che senza le forze di difesa dell’Entità sionista, quelle che irresponsabilmente facevano escalation in Libano e appunto in Siria, sarebbero ora i villaggi e le fattorie del Nord di Israele a sperimentare ciò che avviene oltre quel confine