HAMA, NON M’AMA – IN SIRIA I RIBELLI JIHADISTI SONO INARRESTABILI:
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DOPO ALEPPO, HANNO CONQUISTATO ANCHE HAMA, LA QUARTA CITTÀ PIÙ IMPORTANTE DEL PAESE
6 dic 2024 09:12 dagospia.com lettura2’
– IL LEADER DELLE MILIZIE SOSTENUTE DALLA TURCHIA È RIAPPARSO IN PUBBLICO E PROMETTE UN’ERA DI PACIFICAZIONE (DETTATA DALLA SHARIA) – I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE IDLIB E L’IRAN ANNUNCIA DI ESSERE PRONTO A DISPIEGARE LE SUE TRUPPE…
Estratto dell’articolo di Marta Serafini per www.corriere.it
Prima Aleppo, poi Hama. Avanzano le fazioni ribelli sostenute dalla Turchia che ieri hanno segnato un’altra importante conquista. Dopo giorni di scontri con le forze fedeli al presidente Bashar Assad e in una sola settimana, i miliziani di Hts hanno preso il controllo della quarta città più importante della Siria […].
Il leader dei ribelli Al Jolani — riapparso in queste ore dopo che voci diffuse dal Libano lo avevano dato per morto — proclamando il controllo della città da un lato ha promesso che non ci saranno vendette per i massacri compiuti dal regime nel 1982 dall’altro ha esortato le milizie irachene inviate da Teheran a non interferire negli scontri in Siria.
Il ministero della Difesa siriano ammettendo il ritiro […] ha fatto sapere che i sistemi di difesa aerea hanno intercettato obiettivi «ostili» nello spazio mentre l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), parla di più di 200 veicoli militari dell’esercito siriano regolare spostati dalle campagne meridionali di Hama in direzione di Homs mentre Al Arabya parla di miliziani attestati a 50 chilometri dal centro della città considerata prossimo obiettivo dei ribelli.
Continuano poi i raid aerei russi contro la roccaforte di Idlib mentre Teheran ha annunciato di essere pronta a dispiegare truppe in Siria se richiesto dal governo di Damasco. La Turchia, che sostiene l’opposizione siriana ma nega di essere coinvolta nell’offensiva, esorta Assad a impegnarsi in un processo politico con l’opposizione per porre fine alla guerra civile siriana, che dura da 13 anni.
Durante un colloquio telefonico con il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che «il desiderio della Turchia è che in Siria non ci siano né vittime civili né instabilità». Ankara, ha spiegato il presidente turco al segretario generale Onu, «si sta impegnando per ridurre le tensioni, proteggere i civili e aprire la strada al processo politico».
Nel frattempo Hts ha capitalizzato la ritirata del governo a nord lanciando un’offensiva separata su una sacca di territorio vicino ad Aleppo controllata da un’alleanza di milizie guidate dai curdi, le Forze democratiche siriane (Sdf) impegnate nella regione e da sempre in contrasto con i miliziani sunniti.
A livello diplomatico, occhi puntanti infine tra il 7 e l’8 dicembre i ministri degli Esteri di Iran, Turchia e Russia terranno una riunione in Qatar nel formato di Astana, il processo di pace per la guerra civile siriana messo in atto dal 2016 da Mosca, Ankara e Teheran, che ha condotto alla definizione di quattro zone di de-escalation.