SI È ROTTO IL CAUCASO – IN GEORGIA STA PER ESPLODERE LA GUERRA CIVILE: LA POLIZIA CARICA

E COLPISCE I MANIFESTANTI CON GAS LACRIMOGENI E CANNONI AD ACQUA, MA NONOSTANTE GLI ARRESTI LA PROTESTA CONTINUA

2.12.2024 dagospia,com lettura3’

– LA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, L’EUROPEISTA SALOME ZOURABICHVILI, NON ACCETTA DI ESSERE DEPOSTA DAL PARTITO FILORUSSO "SOGNO GEORGIANO", CHE HA CAMBIATO LA COSTITUZIONE, HA SCELTO L’EX CALCIATORE MIKHEIL KAVELASHVILI COME CAPO DELLO STATO, E HA ANNUNCIATO IL “RINVIO” DELL’ADESIONE ALL’UNIONE EUROPEA…

IN GEORGIA POLIZIA USA FORZA, ARRESTATO LEADER PROTESTA

(ANSA) - Anche stamattina, dopo la quarta notte di proteste pro Ue in Georgia, le forze speciali georgiane hanno fatto uso della forza per sgomberare i manifestanti di fronte al Parlamento a Tbilisi utilizzando idranti e gas lacrimogeni.

Tra gli arrestati ci sono Zurab Japaridze, uno dei leader del partito di opposizione 'Coalizione per il cambiamento', e diversi giornalisti. Lo riportano i media locali. "Anche chi stava andando a lavorare è finito sotto le mani calde della polizia", riferisce NewsGeorgia. Secondo il ministro della Sanità Mikheil Sarjveladze, durante il giorno e la notte sono state portate in ospedale 37 persone.

GEORGIA: PROTESTE PRO UE, 37 FERITI IN ULTIME 24 ORE

(LaPresse) - In Georgia sono 37 le persone rimaste ferite nelle ultime 24 ore nell'ambito delle proteste pro Ue seguite alla decisione del governo di sospendere i negoziati di adesione all'Unione europea. Lo ha riferito il ministro della Sanità georgiano, Mikheil Sarjveladze, precisando che tra i feriti ci sono 24 attivisti e 12 agenti. Lo riportano i media locali.

MANIFESTANTI ANCORA IN PIAZZA NON SOLO A TBILISI

Estratto dell’articolo di Monica Perosino per “La Stampa”

Un'altra notte di cariche indiscriminate, gas lacrimogeni, cannoni ad acqua, spray urticanti, proiettili di gomma, calci in faccia, arresti arbitrari, nasi rotti. Più la repressione delle forze di polizia si fa violenta, maggiore è la partecipazione dei georgiani alla protesta pro-europeista che per il quarto giorno consecutivo si è presa le strade della capitale Tbilisi e ora si allarga a macchia d'olio in tutto il Paese caucasico.

Kutaisi, Rustavi, Batumi, Zugdidi, Poti, perfino la piccola Khashuri, nel mezzo delle bellissime montagne georgiane, si sono unite alla protesta di massa della capitale, in fiamme da quando il governo ha annunciato il "rinvio" del percorso di adesione all'Ue, dopo un'evoluzione illiberale in chiave filorussa e una vittoria alle elezioni del 26 ottobre su cui pesano prove di irregolarità e solidi indizi di brogli su vasta scala.

Ormai è chiaro che i manifestanti non hanno nessuna intenzione di farsi intimorire da chi li vorrebbe riportare tra le braccia della Russia e lontano dall'Europa, lo cantano ormai senza sosta in quello che è diventato una sorta di inno delle manifestazioni: «Fino alla fine».

[…]

La tensione è altissima fuori e dentro i palazzi del potere, con l'ennesima sfida lanciata contro la presidente filo-Ue Salomé Zourabichvili, che aveva escluso di dimettersi fino a nuove elezioni: «La presidente il 29 dicembre dovrà lasciare la sua residenza e consegnare l'edificio al presidente legittimamente eletto» ha detto invece ieri il premier Irakli Kobakhidze, escludendo un ritorno alle urne. Una sorta di avviso di sfratto da palazzo Orbeliani che suona come una minaccia.

La scelta del nuovo presidente della Repubblica - che per la prima volta non sarà eletto dal popolo ma da un collegio dominato dal partito al governo Sogno geogiano - è prevista il 14 dicembre e l'insediamento del nuovo capo dello Stato è fissato per il 29, ma fino ad allora in Georgia può succedere di tutto. Le opposizioni hanno boicottato il nuovo parlamento, la presidente si è rifiutata di inaugurarlo e ora Sogno Georgiano siede in un aula tutta per sé e ha scelto l'ex calciatore Mikheil Kavelashvili come candidato alla massima carica dello Stato.

Dopo i timidi segnali e le tiepide condanne, l'Europa sembra essere però entrata in partita: «Inaccettabile la violenza che la polizia ha esercitato contro manifestanti pacifici», ha dichiarato la nuova Alta rappresentante della politica estera dell'Unione Kaja Kallas, entrata simbolicamente in carica sul suolo ucraino, mentre era in viaggio verso Kyiv per testimoniare vicinanza e garantire sostegno: «L'Unione Europea è al fianco del popolo georgiano nella scelta del suo futuro». […]

«Al fianco del popolo georgiano e della sua scelta per un futuro europeo» in contrapposizione alle decisioni del governo si è schierata anche Ursula Von der Leyen: «La porta dell'Ue resta aperta». Sulla situazione in Georgia sono fissati gli occhi dei blocchi opposti.

Non poteva mancare il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev che ieri ha lanciato allusioni che suonano più come minacce: «Ci sono tutti i presupposti per far ripiombare la Georgia nell'abisso della guerra civile. In breve, i vicini stanno rapidamente seguendo il percorso ucraino verso l'abisso. Di solito questo finisce molto male».

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata