La trappola israeliana sui media contro i tunnel di Hamas a Gaza

Per colpire dal cielo i miliziani che uscivano allo scoperto, svelando le posizioni dei cunicoli

di Gianluca Di Feo 14.5.2021

I carri israeliani al confine con la Striscia di Gaza (reuters)

Non potendo individuare la rete di gallerie costruita nelle profondità della città palestinese,hanno convinto Hamas che stesse cominciando l’offensiva terrestre. Per colpire dal cielo i miliziani che uscivano allo scoperto, svelando le posizioni dei cunicoli. Ma il bilancio dell’Operazione Metro resta incerto

di Giulio Meotti | 02 Agosto 2014 ore 06:15 ilfoglio.it

C'E' UN'ALTRA città sotto Gaza. Un dedalo di cunicoli ramificato e profondo più di trenta metri, che unisce depositi e caserme sotterranee, con ingressi celati all’interno dei palazzi e collegamenti protetti per piazzare le batterie di razzi. Hamas ha impiegato più di sette anni per costruirla, realizzando chilometri e chilometri di gallerie che sfuggono ai sistemi di spionaggio più sofisticati del mondo.

Hezbollah aveva scavato un vasto sistema di bunker e di magazzini le cui aperture erano dissimulate in vario modo nelle colline, nelle grotte e all’interno di appartamenti. Gli accessi erano totalmente mimetizzati nella natura “in stile vietcong”. Rintracciarli dal cielo, ad esempio con gli aerei spia, non è possibile. Un mega bunker venne scavato dagli hezbollah presso Naqura, a soli quattrocento metri dal confine con Israele. In ogni postazione di Hezbollah c’erano docce, gabinetti, aria condizionata e uscite di emergenza.

Alla fine della guerra del Libano, l’allora capo dello Shin Bet, Yuval Diskin, lanciò un allarme: “Fra due o tre anni, se non intervengono cambiamenti significativi, potremmo trovarci in una situazione simile a quella che affrontiamo contro Hezbollah in Libano, cioé con una rete di bunker, gallerie, infrastrutture e armamenti pericolosi”. Sbagliò solo la data.

In almeno tre attacchi nei giorni scorsi, squadre di terroristi di Hamas si sono infiltrate in Israele attraverso queste gallerie del terrore. L’ultimo attacco è avvenuto il 28 luglio, quando i terroristi si sono infiltrati in Israele attraverso un tunnel nei pressi di Nahal Oz. Il loro obiettivo era quello di attaccare una comunità israeliana vicino al confine. Il 17 luglio, i terroristi erano usciti da un tunnel vicino alla comunità israeliana di Sufa, a pochi chilometri dal confine con Gaza. Quattro giorni dopo, i terroristi indossavano uniformi dell’esercito israeliano. Sotto avevano giubbotti suicidi. Il loro obiettivo era quello di massacrare i civili israeliani. Nei tunnel di Hamas sono stati trovati farmaci per addormentare i soldati israeliani rapiti.

Per costruire ogni tunnel servono 350 camion di cemento. Ogni tunnel costa tre milioni di dollari. Con le risorse usate per ogni tunnel della morte, Hamas avrebbe potuto costruire 86 case, sei scuole e 19 cliniche mediche. Ogni mese Israele trasferisce materiali da costruzione a Gaza destinati a progetti civili. Questi materiali sono cooptati da Hamas per i tunnel. Dal gennaio scorso, 4.680 camion che trasportavano 181 mila tonnellate di ghiaia, ferro, cemento, legno e altri materiali di consumo sono passati attraverso il valico di Kerem Shalom a Gaza. Hamas ha usato il materiale per ampliare la città sotterranea del terrore.

Ma a cosa servivano tutti questi tunnel? Hamas pianificava un “D-day” per il Capodanno ebraico, Rosh Hashanah, a settembre. Duecento terroristi mandati a rapire e uccidere quanti più israeliani possibile nei kibbutz lungo la Striscia di Gaza, come Kfar Aza e Nahal Oz. I terroristi avrebbero indossato le uniformi di Tsahal. Hezbollah era pronta ad aprire un fronte a nord. Così, l’operazione militare israeliana ha evitato un evento di dimensioni paragonate dai servizi israeliani alla guerra dello Yom Kippur. Come ha detto il ministro dell’Economia, Naftali Bennett: “Senza l’operazione militare, ci saremmo svegliati un giorno con un 11 settembre israeliano”.

© FOGLIO QUOTIDIANO 2014

 

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