Salva banche, Draghi a gamba tesa su Renzi
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La Bce spinge sull'Italia. Per la garanzia dei crediti e la gestione delle sofferenze. Frizioni europee, gelo con Bankitalia e ritardi sui rimborsi: governo in affanno.
di Francesco Pacifico | 15 Gennaio 2016 lettera43
Matteo Renzi sperava di chiudere il dossier banche entro la fine di gennaio.
Invece, se slitta la presentazione dei due decreti che devono stabilire chi ha diritto di essere risarcito dopo i fallimenti delle quattro banche, viene anticipata la mozione di sfiducia al governo per come ha gestito il caso Etruria.
Oltre ai rapporti non molto chiari tra l’istituto di Arezzo, la famiglia Boschi e gli ambienti del 'Giglio magico'.
PALLA A CANTONE. Per non parlare del gelo sempre palpabile con la Banca d’Italia, colpita nel suo onore e nelle sue funzioni con la decisione di spostare gli arbitrati sui risarcimenti bancari davanti all’Anticorruzione (Anac) di Raffaele Cantone.
Il premier, dopo aver alzato i toni, adesso getta acqua sul fuoco.
«NIENTE POLEMICUCCE». Prima, nel forum con la redazione del quotidiano la Repubblica, ha sottolineato che «la riforma della vigilanza non è un tema all'ordine del giorno in questo momento. Consob ha da fare i suoi compiti, li faccia. Banca d'Italia è una grande istituzione del Paese, io credo che la discussione sulle polemicucce interne non abbia proprio senso».
«IL SISTEMA FUNZIONA». Poi, nelle ultime ore, partecipando alla firma di un protocollo d'intesa sull'agroalimentare a Palazzo Chigi tra ministero delle Politiche agricole e IntesaSanpaolo, ci ha tenuto a dichiarare: «Il sistema del credito in Italia funziona alla grande».
Eppure queste sue parole non lo aiuteranno a respingere il fuoco incrociato, dove quello sparato in parlamento dalle opposizioni è il problema minore.
Soprattutto il governo è nel mirino di Mario Draghi, forse il migliore alleato a livello internazionale.
Francoforte spinge: sia l'Italia a garantire i non profit loans
Da Francoforte si fanno pressioni sul governo italiano per trovare una soluzione sulla bad bank: dopo che l'Unione europa ha smentito Palazzo Chigi sugli ostacoli posti alla creazione di un veicolo per gestire le sofferenze, la Banca centrale europea (Bce) spinge perché sia direttamente l’Italia a garantire i non profit loans (crediti per i quali la riscossione è incerta), anche per imporre agli istituti un prezzo più di mercato.
PIANO PRESENTATO. Il portavoce della commissaria alla concorrenza Vestager ha detto che «l'Italia ci ha presentato un piano informale» per affrontare i crediti deteriorati e quindi per mettere in piedi una bad bank».
Bruxelles «è pronta a lavorare insieme».
BANCHE ITALIANE DEBOLI? Proprio negli ambienti finanziari è forte il sentore che il sistema bancario italiano sia più debole di quanto si possa immaginare.
Le ultime stime di Bankitalia sul settore dicono che se è vero che i prestiti sono cresciuti nel novembre 2015 a livello annuale dello 0,6%, sono salite le sofferenze (+11%) ed è calata la raccolta obbligazionale (-15,6%) indispensabile per le aziende che devono rifinanziarli.
TAVOLO SUI RIMBORSI. In questo clima il titolare del dicastero dell'Economia Pier Carlo Padoan convoca tutti gli attori coinvolti (Bankitalia, Consob, l’Anticorruzione di Cantone e il ministero della Giustizia) il 14 gennaio per trovare un accordo sulle leggi per risarcire i risparmiatori.
Proprio il numero uno dell’Anac ha fatto sapere: «Il lavoro procede bene, sono molto soddisfatto, lavoriamo per un decreto entro fine mese, si vedrà».
NODI NEWCO E ARBITRATI. Diverso lo spirito al Tesoro. Gli uomini del ministro dicono che sono due i nodi sui quali si litiga ancora: le newco nate dalle ceneri di Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife non vogliono partecipare ai rimborsi; gli arbitrati davanti all’Anac rischiano di diventare dei processi civili paralleli.
Con non pochi ritardi sulle cause che decideranno il grosso dei rimborsi.