Una Brainzone per la salute del proprio cervello
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Alimentazione, sonno, movimento e una vita ricca di stimoli per mettersi al riparo dal decadimento cognitivo
03/07/2015 NICLA PANCIERA, La Stampa
Così ben protetto all’interno della scatola cranica, il nostro cervello è un organo affascinante e ancora di più lo è la narrazione delle conquiste scientifiche che lo riguardano. Dopo quella che è stata definita la decade del cervello (anni 1990-2000), le neuroscienze si confermano oggi una priorità anche alla luce dell’epidemia costituita dalle malattie del sistema nervoso centrale che costano all’Europa circa 800 miliardi di euro ogni anno e sono destinate ad esplodere con l’invecchiamento della popolazione. Le demenze affliggono oggi 44 milioni di persone nel mondo e il numero di malati è destinato a triplicare nei prossimi anni, per arrivare entro il 2050 a 135 milioni. In Italia sono 530 mila a soffrire di Alzheimer, 300 mila di una sindrome parkinsoniana e 75 mila i pazienti con sclerosi multipla.
Una Brainzone per mantenere sano il proprio cervello
Dobbiamo quindi essere consapevoli di quello che possiamo fare per mantenere in salute un organo tanto importante quanto delicato. Un nuovo strumento a disposizione di tutti è Brainzone, campagna digitale d’informazione sul cervello e sull’importanza della preservazione delle sue funzioni, ideata e promossa da Novartis Pharmaceuticals con il patrocinio della SIN Società Italiana di Neurologia, dell’AISM Associazione Italiana Sclerosi Multipla e Parkinson Italia onlus e con la media partnership di Wired e Radio Deejay. Brainzone è pensato anche per i pazienti e i loro cari, spesso alla ricerca di fonti affidabili di informazioni ma anche di un luogo di condivisione della propria condizione. Il sito, infatti, sarà arricchito anche da interventi video di medici e pazienti. Grande è stato il suo successo iniziale: 50mila visitatori nei primi due mesi di vita.
Un esercito di scienziati all’opera
A partire dal rilancio dato alla ricerca dallo Human Brain Project europeo e dalla Brain Initiative di Obama, una delle domande più frequenti è stata perché sembriamo conoscere ancora così poco del nostro cervello nonostante l’esercito di neuroscienziati all’opera in ogni parte del mondo. Con 1000 miliardi di neuroni e migliaia di miliardi di sinapsi, la complessità del nostro cervello è l’ostacolo più grande alla sua comprensione. E a ciò vanno aggiunte le difficoltà della realizzazione pratica dell’interdisciplinarietà che viene richiesta dal suo studio.
Alimentazione, sonno e movimento per un cervello sano
«Noi siamo il nostro cervello, anzi siamo il nostro connettoma» ha affermato il professor Giancarlo Comi, Direttore del Dipartimento Neurologico e dell’Istituto di Neurologia Sperimentale (INSPE) presso l’Istituto Scientifico San Raffaele, Università Vita e Salute di Milano e past president della SIN nel corso della presentazione di Brainzone a Milano. Il connettoma è l’insieme delle connessioni cerebrali che i nostri neuroni formano continuamente e che come grandi autostrade sotterranee collegano aree diverse del nostro cervello. Per questo, spiega il neurologo, «dobbiamo prendercene cura, conducendo una vita attiva e ricca di stimoli, adottando un’adeguata alimentazione e facendo dell’attività fisica». Ci sono, infatti, crescenti evidenze del naturale ruolo protettivo del sonno e del movimento sulle funzioni cognitive e il loro fisiologico decadimento dovuto all’età. Il muscolo scheletrico, quando viene adeguatamente sollecitato, è in grado di produrre una serie di sostanze trofiche per i neuroni (come il BDNF); il sonno facilita la rimozione di proteine tossiche per il cervello.
Accrescere la propria riserva cognitiva
«Più la nostra vita è ricca di relazioni, emozioni, contatti e stimoli, migliore sarà l’efficienza del nostro cervello. Se lo abbiamo ben “nutrito” e arricchito nel corso della nostra vita, ne vedremo i frutti nell’età avanzata» ha spiegato il professore. Il concetto è quello di “riserva cognitiva”: i cervelli che sono stati in grado di formare più connessioni sarebbero più al riparo dal danno neuronale, perché in grado di compensarlo. L’informazione e l’educazione – obiettivo di Brainzone - sono molto importanti anche per una diagnosi tempestiva, fondamentale in particolare quando ancora non sono del tutto note le cause della patologia e la strada principale da percorrere è quella di limitarne la progressione.
Dalla ricerca alla cura: il passo non è sempre facile
Lo scorso novembre la prestigiosa rivista Lancet, di fronte al problema del lento trasferimento nella clinica dei risultati della ricerca neuroscientifica, decise di dedicare un numero speciale alle neuroscienze traslazionali, «e più specificatamente, al gap esistente tra la visione e le promesse delle neuroscienze traslazionali e quanto fin qui sono state in grado di produrre in termini di nuovi trattamenti clinici e cure per i pazienti». La chiamata alle armi era rivolta a scienziati, aziende farmaceutiche e cittadini. E così, in attesa che le numerose recenti scoperte neuroscientifiche diventino sempre più applicabili in clinica per il trattamento delle malattie neurodegenerative, seguire i buoni consigli di uno stile di vita attivo e sano potrà metterci il più possibile al riparo da esse.
Twitter @nicla_panciera
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