Ma il mito di Re Artù ha origine dai Veneti? Intervista a Pierangelo Favero, storico
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“interessato alla mitologia dei Veneti antichi poi, cercando di collocare il loro culto in un contesto più ampio, mi sono accorto che i Veneti hanno una storia invidiabile e ricca che si perde nella notte dei tempi.”
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Alberta Bellussi , blogger Oggi Treviso
Ma il mito di Re Artù ha origine dai Veneti?. Re Artù ha origine, forse, dai Veneti!
Non potevo non condividere questa rivelazione con voi.
Fin dai tempi dell’Università la saga arturiana: re Artù, Excalibur, Merlino, il Sacro Graal…hanno suscitato la mia curiosità. Ho avuto la possibilità di dare degli esami su queste affascinanti tematiche. E di appassionarmi giorno per giorno alle storie raccontate da Chrétien de Troyes sulle saghe eroiche dei cavalieri e sull’identità di quella misteriosa coppa nella quale bevve Gesù.
L’altro giorno, per la webTv con la quale collaboro, ho avuto la possibilità di intervistare il dottor Piero Favero, medico con la passione della storia veneta, che da anni raccoglie e ricerca documenti sui Veneti e ha scritto molti appassionati libri.
Mentre parlava di questo popolo al quale apparteniamo, mi accompagnava con le sue appassionate parole dentro la storia. Ad un tratto il discorso si è aperto sul possibile legame tra la leggenda di Re Artù e i Veneti.
Condivido con voi questa intervista interessante e curiosa sul popolo dei Veneti.
Come mai ti sei appassionato alla storia del popolo veneto?
All'inizio ero principalmente interessato alla mitologia dei Veneti antichi poi, cercando di collocare il loro culto in un contesto più ampio, mi sono accorto che i Veneti hanno una storia invidiabile e ricca che si perde nella notte dei tempi.
Una vera miniera d'oro che non si esaurisce mai anche continuando a scavare sempre più in profondità.
Dove ha origine il popolo Veneto?
E' una questione dibattuta. Per gli archeologi italiani i Veneti sono un popolo autoctono, sebbene con importanti influenze esterne. Non sono dello stesso parere autorevoli studiosi delle università estere che vedono invece i Veneti come un popolo diffusosi lungo la Via dell'ambra e giunto fino all'Adriatico.
Senza contare il coro degli autori classici, tutti unanimi nel tramandare una migrazione degli antichi veneti. E' lo stesso problema dell'autoctonia o della migrazione che riguarda gli Etruschi: i genetisti hanno cercato di dare una risposta scientifica al problema, ma purtroppo hanno usato il DNA femminile che ha una variabilità troppo ampia e non può fornire dati attendibili.
Quali erano le divinità dei Veneti?
Dal numero e dalla qualità dei reperti dedicati alla somma dea Reitia appare evidente che al vertice delle divinità venete c'era una dea degli animali. Era probabilmente legata all'antichissimo mito della Barca solare, che ancora in epoca storica si ritrova nella dea lituana Saule e che risale all'età del Bronzo.
Ci sono tradizioni attuali che rimangono dalle origini?
E' difficile dirlo. La cristianizzazione ha annullato il ricordo e i significati delle tradizioni venete delle origini. Forse qualcosa vive nell'inconscio della gente veneta come una memoria atavica. Per esempio i roghi della Vecia a mezzaquaresima in un certo senso fanno pensare ai roghi votivi dedicati alla dea Reitia.
Le caratteristiche somatiche del popolo Veneto?
Credo non ci siano dei caratteri distintivi di tipo somatico che si possano ritenere tipici dei Veneti. Lo studio genetico attualmente si focalizza sui geni legati alle migrazioni dei popoli, cioè gli Aplogruppi.
Si tratta però di geni "muti" che non si esprimono nell'aspetto fisico. Si può solo dire in generale che il colore degli occhi azzurri è più diffuso nell'area baltica, quasi a indicare che da lì si sia diramato nel continente.
Nel tuo libro si parla di leggenda arturiana. ci sono legami tra Artù e i Veneti?
Sembra bizzarro così di primo acchito, però pare che le radici del mito arturiano e dell'isola di Avalon abbiano origine nella tribù veneta dell'Atlantico (per capirci quella sconfitta da Giulio Cesare nel De Bello Gallico). In effetti Avalon potrebbe derivare dall'antica isola di Abalus, l'isola del re presso i Veneti del Baltico, e c'è una forte corrispondenza tra la diffusione del mito arturiano e le aree di insediamento delle colonie venete dell'Atlantico.
Io vado avanti per la mia strada, cercando quanto di più intimo e genuino c'è in questa tradizione.
Oggi re Artù interessa solo ai bambini che, come dicono gli antropologi, spesso si prendono carico di tramandare le tradizioni che stanno morendo.
Tra pochi mesi si tornerà a parlare di leggenda arturiana perché sta per uscire un film americano su Artù della stessa produzione del Signore degli anelli ma si tratta però di un re Artù asservito a finalità commerciali che perde la genuina connotazione delle origini.
Pierangelo Favero •
Su questo tema si potrebbe andare avanti a discutere all'infinito senza concludere nulla, per avere una base comune su cui impostare il confronto bisogna aver letto i miei due saggi "La dea veneta" e "L'alba dei veneti". A me non ne viene in tasca quasi nulla (un euro per copia), quello che interessa a me è la verità. Pertanto le critiche, quelle documentate, sono per me preziosissime. Per questo amo molto il confronto. La Soprintendenza Archeologica di Padova da anni avrà pur rivisto la teoria della migrazione lungo la via dell’ambra, traendo la conclusione che i veneti sono autoctoni, però non ha prodotto in merito nessun articolo o libro che esponga "i dati scientifici" a sostegno di questa tesi (per lo meno per quanto ne so). Se qualcuno ha trovato qualcosa al riguardo è pregato di farmelo sapere, perché l'ho tanto cercato inutilmente. In assenza di una presa di posizione per iscritto e con dati alla mano, la teoria autoctona resta solo una opinione personale di qualcuno. Comunque il tema qui è quello di re Artù e indizi di una migrazione di proto-veneti dal Baltico alla Bretagna ci sono in quei Campi di urne trovati nell'area di Vannes. Ripeto comunque che il tema di re Artù è uno dei più complicati e insidiosi che si possano affrontare, per cui invito a leggere i miei due saggi per confrontarci con i dati storici e non i luoghi comuni o i pregiudizi.
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